La Provincia chiude con i pannolini tra cin-cin, lacrime e rimpianti
Mara Cernic non rinuncia alla sua battaglia per il riciclo dei “Pampers”, poi il brindisi con i dipendenti, ne rimangono in servizio ancora 34. Il presidente: «Un crimine eliminare questo gioiello»

Ieri sera, sul finire di un giorno a suo modo epocale, i membri della giunta provinciale hanno deciso di salutare le ultime ore della loro esperienza amministrativa assieme, attorno ad un tavolo, per la cena. In un noto locale di Mossa scelto non a caso. Ma l'ultimo giorno della Provincia era iniziato parecchie ore prima, tra tanti commiati, conferenze stampa, discorsi più o meno ufficiali e, persino, una seduta di giunta.
LA PANNOLINOTECA.
Ore 10.30, la sala Giunta si apre ancora una volta, come centinaia di altre, di fronte ai giornalisti. A poche ore dalla fine del suo mandato, la vicepresidente Mara Cernic ha ancora un progetto da presentare alla stampa, ed è il passaggio di consegne tra la Provincia e un gruppo di associazioni del territorio per il progetto della "Pannolinoteca". Un'iniziativa inserita, come è noto, nell'ambito della campagna ambientale "Facciamolo con amore", per la riduzione, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti. Tra i "pilastri" di questa campagna, anche l'attività di informazione e promozione sull'utilizzo dei pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta, per un notevole risparmio economico per le famiglie e soprattutto un enorme risparmio in ottica ambientale, visto che i pannolini tradizionali, non riciclabili, finiscono tutti in discarica o in inceneritore. La "Pannolinoteca" organizzava incontri divulgativi riservati alle mamme, prestava i kit di pannolini lavabili per una prova, e forniva contributi alle famiglie per il loro acquisto. La prosecuzione di tutto questo (eccezion fatta, ovvio, per i contributi) ora verrà garantita da tre associazioni, Croce Rossa e Unicef (nella sede di via Codelli), "Nido delle Cicogne" (a Mariano) e "IdealGo" (negli spazi della parrocchia di Campagnuzza). Isontina Ambiente, invece, potrebbe contribuire aprendo un apposito sportello.
IL SALUTO AI DIPENDENTI.
Alle 12.30, tutti in sala Consiglio provinciale. Il presidente Gherghetta, la sua giunta e alcuni consiglieri hanno voluto salutare i dipendenti rimasti in forza nel palazzo di corso Italia. «Questo è un gioiello, non un ente inutile, e chiudere un gioiello è un crimine contro l'umanità», ha detto, togliendosi n ultimo sassolino dalla scarpa Gherghetta, ringraziando tutti i suoi assessori (presenti e passati), e rivolgendosi poi direttamente ai dipendenti, e rassicurandoli anche riguardo il loro futuro. «Abbiamo fatto davvero tante cose, in dieci anni, e non le abbiamo fatte da soli - ha detto -. Per questo il ringraziamento deve andare anche a tutti voi, che ci avete messo tanta professionalità, umanità e spirito di servizio. Abbiamo fatto il massimo, posso assicurarvelo, per quel che riguarda il piano di subentro, e ho già preso contatti anche con il commissario Martina: gli ho detto che dovrà trattare con i guanti tutti i dipendenti che restano ancora da collocare». A oggi i lavoratori della Provincia sono 34, mentre a gennaio altri 18 passeranno tra Regione e Comuni, e i rimanenti resteranno a disposizione del commissario liquidatore fino alla fine del 2017. Tutti, intanto, ieri hanno alzato il bicchiere per un brindisi e un piccolo rinfresco (che presidente e assessori hanno assicurato di aver pagato di tasca loro, anticipando possibili domande), prima di tornare alle loro scrivanie.
LA GIUNTA.
Come, del resto, Gherghetta e gli assessori, visto che nel primo pomeriggio c'era ancora da affrontare un'ultima seduta di giunta. E non si è trattato di un incontro simbolico, visto che in ballo c'erano addirittura sette delibere, proposte da Mara Cernic (comunicazione ambientale), Vesna Tomsic (due variazioni di bilancio, l'atto per trasferire all'associazione Misericordia i 50 euro rimanenti dal progetto "Grazie di Cuore" e il passaggio all'Azienda Sanitaria dell'archivio del progetto "Educare con lo sport") e Ilaria Cecot (l'attivazione di uno Sportello Mobbing negli spazi sin qui destinati al Garante dei detenuti e l'assegnazione di altri uffici allo stesso Garante e al Centro servizi volontariato).
A quel punto, davvero, l'ente intermedio è andato in archivio, con la cena di cui abbiamo detto. Vi dovevamo ancora il nome del locale: "Vecchie Province". Più azzeccato di così...
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