Monfalcone, la cattiva differenziata miete 320 vittime
Trasgressori trovati analizzando i sacchi di rifiuti. L’imbarazzo dell’assessore Venni: «Danno erariale se cancelliamo le multe»

MONFALCONE Sono 320 le sanzioni per la scorretta gestione dei rifiuti che stanno arrivando o sono già arrivate nelle case dei cittadini di Monfalcone. Le multe, da 200 euro l’una, per un incasso presunto, quindi, di 64mila euro al netto delle spese di notifica, sono in larghissima maggioranza il frutto del lavoro di accertamento svolto dall’inizio dell’anno dai due ausiliari di vigilanza ecologica voluti dall’amministrazione precedente per tentare di porre un freno all’abbandono dell’immondizia e il cui costo complessivo per il 2016 supererà i 110mila euro (Iva inclusa).
Una fetta delle sanzioni è stata elevata anche dagli agenti della polizia municipale, pure impegnati in un’azione di controllo del territorio rispetto ai reati di natura ambientale.
Dal risultato conseguito soprattutto dagli Ave e con cui i cittadini si troveranno o si stanno trovando a fare i conti si dissocia, però, la nuova amministrazione locale, chiarendo, comunque, che l’iter delle notifiche non può a questo punto essere fermato. Pena il rischio per il Comune di incappare in un danno erariale.
«Vogliamo specificare che le sanzioni rientrano in una situazione che abbiamo trovato - spiega l’assessore delegato, Paolo Venni, nell’annunciare l’invio delle sanzioni - a causa della gestione della precedente amministrazione che ha deciso di utilizzare gli Ave.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che prima di ricorrere allo strumento delle sanzioni amministrative dobbiamo farci carico della responsabilità di attuare nel miglior modo possibile la raccolta differenziata, senza che sia però un peso per i cittadini».
L’assessore Venni ha quindi confermato come l’amministrazione comunale si sia già mossa per «individuare le soluzioni più efficienti, efficaci ed economiche alternative al “porta a porta” che «sarà abbandonato».
«L’idea è quella che più della repressione - aggiunge - possa pagare l’incentivazione a produrre meno rifiuti e a differenziarli meglio. Stiamo pensando a dei meccanismi premiali, perché la tecnologia ora consente di effettuare dei ragionamenti di questo tipo».
Nonostante la sua «complessità» e la resistenza che ancora una fetta di monfalconesi di più vecchia data oppone al “porta a porta”, Monfalcone comunque si attesta su un 63% e rotti di raccolta differenziata. Un dato ancora inferiore alla soglia del 65% prevista dalla normativa nazionale, ma comunque non trascurabile, anche se affiancato dal problema, mai risolto finora, degli abbandoni di rifiuti, oltre che dal loro scorretto conferimento.
In attesa di individuare i nuovi metodi di raccolta, l’amministrazione comunale ha concordato quindi con Isontina Ambiente passaggi più frequenti per la raccolta dei sacchetti e degli ingombranti lasciati in strada senza regole. «È del resto evidente che dove c’è anche solo un sacchetto abbandonato - ha osservato Venni - se ne aggiungono presto degli altri».
L’idea è quindi quella di tenere intanto il più pulita possibile la città per disincentivare anche sotto un profilo psicologico i cattivi comportamenti, che, a vedere anche le sanzioni comminate dagli Ave, riguardano sempre soprattutto il centro cittadino.
I cittadini multati sono stati “beccati” grazie al lavoro di accertamento (cioè analisi del contenuto dei sacchetti a caccia di indizi utili per risalire ai loro “proprietari”) effettuato dagli Ave cui l’amministrazione Cisint non pare in ogni caso intenzionata a rinunciare. Gli Ave, però, secondo quanto spiegato ieri da Venni, assumeranno un ruolo di “educatori” dei cittadini più che di sanzionatori.
«La questione di fondo è che diversi cittadini non danno prova di civiltà», sottolinea Antonella Sordoni, delegata dal sindaco a occuparsi del Controllo e qualità del territorio, citando le situazioni riscontrate in piazza Cavour e in via 9 Giugno e delle quali l’amministrazione ha iniziato a occuparsi.
«Sono questi alcuni dei punti della città - rileva la delegata del sindaco - che sono più vittime degli abbandoni. Abbiamo già parlato con alcuni dei residenti della zona per inquadrare il fenomeno e porvi un freno».
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