Monfalcone, «Basta porta a porta Sì alle isole interrate»: Cisint va a trattare
Incontro con il direttore di Isa Ambiente: se il gestore non si adeguerà alla proposta, il sindaco cambierà società

MONFALCONE Porta a porta sull’orlo del disfacimento. Non sono stati anni facili per il cittadino che ha dovuto adattare il suo stile di vita domestico (soprattutto gli spazi abitativi) ai diversi dettami richiesti dalla raccolta differenziata.
Già l’esordio nel 2007 era stato contestato, con l’allora capogruppo di Forza Italia e oggi vicesindaco Giuseppe Nicoli alla testa di un referendum per minare la decisione di introdurre la raccolta di umido, secco, plastica e vetro a Monfalcone.
Un rapporto rimasto sempre teso sul fil di lama, mai idilliaco. Con valori da un lato via via crescenti di immondizia selezionata e dall’altro fenomeni di progressivo degrado urbano per i sacchetti indifferenziati abbandonati a ogni angolo della città. Al punto che nei mesi scorsi si è richiesto il pugno di ferro mettendo in pista, con obiettivo sanzionatorio, gli Ausiliari della vigilanza ecologica. Ma ora, per il porta a porta, il capolinea sembra davvero arrivato.
La nuova amministrazione Cisint non lo vuole più, perché «obsoleto». E il metodo ripudiato sarà, a medio termine, sostituito con uno nuovo: quello imperniato sulle piazzole ecologiche interrate. Un sistema che implica la libertà del cittadino di disfarsi della spazzatura finora tenuta in casa nei tempi che più gli aggradano. Oggi alle 12 il sindaco sottoporrà la questione al direttore generale di Isa Ambiente, gestore del servizio, ingegner Giuliano Sponton.
E se la proposta non troverà l’attenzione della multiutility, allora sarà il caso di rivedere alcune cose, a partire dal gestore stesso, valutando - se necessario - «il ricorso ad altra società in grado di investire sul territorio e adattarsi alle sue esigenze in tema di raccolta dei rifiuti». Perché «non comanda la volontà di un’azienda, bensì quella di una città». Un messaggio chiarissimo.
«Monfalcone - esordisce il sindaco Anna Cisint - non presenta una situazione simile a quella di Gorizia o altre realtà isontine: qui gli abbandoni sono numerosissimi e non c’è un servizio pari ai costi richiesti, anzi va ritarato sui fabbisogni. Il porta a porta implica costi correnti elevati, per via del personale richiesto e dei numerosi tragitti compiuti. E proprio perché onerosi, negli anni i passaggi per plastica e umido si sono ridotti, costringendo i cittadini a essere più sudditi che fruitori».
«In altre città - prosegue - come Pordenone o Cordova le soluzioni sono state diverse e hanno comportato comunque elevate percentuali di differenziata. Quello che io proporrò è la piazzola interrata, attraverso l’ausilio delle migliori tecnologie, in grado di riconoscere l’utente con un badge e memorizzare i quantitativi di rifiuto eliminati. Questo per arrivare a una tariffa puntuale, cioè tarata sul nucleo familiare: il cittadino paga per quanta immondizia effettivamente produce».
Nella proposta di Cisint le piazzole «verranno dislocate in tutti i rioni e in più punti, di modo che le persone agevolmente possano raggiungerle in ogni momento». In centro, dove la densità abitativa è maggiore, per esempio, il numero dovrà essere maggiore rispetto ai rioni più periferici e meno popolosi.
Il sindaco, però, vuole mettere in discussione anche le modalità di pulizia delle strade, a suo avviso non così linde. «Il tubo soffiante non è efficace - commenta -: non fa altro che spostare più in là la polvere, che finisce depositata sulle auto o sulle case vicine. Anche il sindaco Roberto Dipiazza, a Trieste, li ha eliminati, optando per un metodo aspirante».
È vero, come spesso si è detto, che Anna Cisint è stata votata per il cambiamento. Ora resta da capire se il sindaco voglia cambiare solo il porta a porta o direttamente il gestore del servizio, se non sarà in grado di farsi interprete della volontà popolare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori