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Sul Collio un ranuncolo unico al mondo

Scoperta dal professor Poldini una una pianta endemica: usiamo le nostre particolarità per attirare studiosi e turisti

2 minuti di lettura

di Matteo Femia

CORMONS

Si chiama Ranunculus farraensis, è stata scoperta da poco, la zona del Collio è l'unica al mondo in cui si può trovare, e va salvaguardata perché oltre ad essere una specie assolutamente autoctona è a rischio estinzione. Quella relativa a questa particolare pianta erbacea il cui nome deriva dal paese in cui per la prima volta è stata individuata, Farra d'Isonzo, è solo una delle storie di assoluto interesse descritte nel corso dell'interessantissima conferenza svoltasi ieri pomeriggio all'azienda agricola Zorzon di Cormons durante la quale il professor Livio Poldini dell'Università di Trieste ha descritto diversi aspetti di unicità da un punto di vista naturalistico di questa fetta di territorio.

L'incontro, promosso dall'associazione Amis da Mont Quarine ed inserito all'interno degli eventi per la tradizionale Fieste di San Martin, ha visto presenti diverse autorità, tra cui il presidente della Provincia Enrico Gherghetta (che proprio sul tema ambiente ha sottolineato come "un capannone intero dell'impianto di Moraro sia pieno di compost che non viene richiesto da nessuno, c'è un'offerta nettamente superiore alla domanda e su questo fattore in futuro dovremo intervenire maggiormente"), il sindaco di Cormons Luciano Patat, quella di Sagrado Elisabetta Pian, che ha invece raccontato come nel territorio carsolino della sua comunità «stiamo ospitando 29 asini che pascolano nutrendosi del foraggio delle nostre colline», in risposta ad un invito fatto proprio dal professor Poldini, ossia quello di avvicinare maggiormente la zootecnia locale alle grandi distese di pascoli verdi presenti nel territorio regionale e spesso inutilizzati come possibile foraggio per gli allevamenti.

Ma è indubbiamente la diffusione della notizia della scoperta di questo nuovo tipo di Ranunculus, una pianta erbacea molto importante per l'ecosistema, autoctono della zona tra Isonzo e Collio e bisognoso di salvaguardia e valorizzazione ad aver contraddistinto il convegno cormonese. «Dobbiamo porre l'accento su questo tipo di piante tipiche dei nostri territori, perché li contraddistinguono e li rendono unici al mondo: la presenza del Ranunculus farraensis nelle nostre colline e nei nostri prati è un punto di forza enorme anche per il nostro turismo - ha detto il professor Poldini - perché ha una capacità attrattiva di grande valore per gli appassionati dell'argomento di tutto il mondo: la scoperta e la presenza di un nuovo tipo di Ranunculus esistente unicamente nel nostro territorio può far arrivare in quest'area della nostra regione studiosi e curiosi davvero da ogni dove. E dobbiamo difendere le nostre piante autoctone dalla presenza purtroppo sempre più massiccia di diserbanti chimici e di essenze erbacee che non sono autoctone, ma importate da altri lidi e che alterano in modo devastante l'equilibrio naturale delle nostre zone».

La presenza del Ranunculus si unisce a quella di un'altra specie, stavolta animale, riscontrabile quasi unicamente in questa fetta di territorio: la libellula Cordulegaster Heros, stanziata nell'area del rio Smiardar proprio dietro il Quarin. Poldini ha anche posto l'accento sulla necessità di «difendere le aree umide della nostra regione: rispetto all'origine, infatti, in Friuli Venezia Giulia si è perso il 99% delle zone umide, peggio ancora di quanto avvenuto in tutta Europa dove le aree contraddistinte da alte percentuali di umidità si sono ridotte del 96%. Dobbiamo assolutamente mantenere quell'1% nella nostra regione per il bene dell'equilibrio naturale del nostro territorio». Nel corso dell'incontro è stato presentato il progetto "Antichi Cultivars" promosso dall'associazione Amis da Mont Quarin: un frutteto di quasi 3 mila metri quadrati.

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