In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Non si toglie il niqab in municipio, condannata a 30mila euro

Vi chiediamo se siete d'accordo con la decisione del Gip di Pordenone. Invoca la legge Reale del 1975, che disciplina il comportamento delle persone nei luoghi pubblici e l’obbligo di riconoscimento del volto

1 minuto di lettura

Quattro mesi di arresto, convertiti in 30 mila euro di multa. È quanto disposto nel decreto penale di condanna, firmato oggi dal Gip di Pordenone Alberto Rossi, nei riguardi di una donna di origini albanesi, di 40 anni che venti giorni fa, durante una seduta del Consiglio comunale dei ragazzi di San Vito al Tagliamento (Pordenone), aveva rifiutato di farsi riconoscere, avendo il volto interamente coperto dal «niqab», il velo islamico che lascia intravvedere solo gli occhi.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Col velo a una seduta pubblica in municipio: maximulta]]

Nonostante le richieste del sindaco di San Vito, Antonio Di Bisceglie (Pd), di togliere il velo integrale legato alla tradizione religiosa musulmana, che le lasciava scoperti solo gli occhi, la donna - che vive a San Vito al Tagliamento dal 2000 e da qualche anno ha acquisito la cittadinanza italiana - era rimasta sulle proprie posizioni, fino a quando è stata fatta allontanare dall’aula consiliare da personale della Polizia Locale, che aveva anche proceduto alla sua identificazione.

Il Gip Rossi, su richiesta del sostituto procuratore Federico Facchin, ha ritenuto che contro la donna si possa configurare la violazione della legge Reale 152 del 1975, che disciplina il comportamento delle persone nei luoghi pubblici e l’obbligo di riconoscimento del volto, che per ragioni di sicurezza non può essere nascosto o travisato. Per i giudici quindi la condanna è strettamente legata al non rispetto della legge. 

I commenti dei lettori