Srebrenica 20 anni dopo: il nuovo sindaco è serbo
Mancano i voti via posta, ma la località divisa a metà fra etnie attende la conferma del risultato. Tensioni nell’area, “Madri” in allarme. La replica: «Rispetterò tutti»
di Giovanni Vale
ZAGABRIA. A 21 anni dal genocidio del luglio 1995, Srebrenica sceglie un sindaco serbo. Le elezioni locali di domenica in Bosnia-Erzegovina hanno fornito un esito che - se confermato dai risultati definitivi, giacché mancano ancora i voti via posta che però non dovrebbero rovesciare il risultato - marcherà una tappa importante nella storia di questa cittadina dell'Est del paese. Due decenni dopo il massacro di oltre 8mila musulmani da parte delle forze serbo-bosniache del generale Ratko Mladic, un cittadino di etnia serba è destinato a diventare il nuovo sindaco della località di 13mila abitanti divisa a metà tra le etnie serba e bosgnacca (musulmana). A Camil Durakovi„ succederà Mladen Grujici„, il candidato del fronte serbo che ha annunciato di aver ottenuto tremila voti in più del suo avversario (68% a 32% i primi dati). Domenica notte, tensioni sono state segnalate nella cittadina tanto da necessitare il dispiegamento di poliziotti ad evitare scontri. Ma «Rispetterò tutti», ha già assicurato il nuovo sindaco confermando che le commemorazioni dell'11 luglio (anniversario del genocidio) continueranno a essere organizzate.
Camil Durakovi„, che domenica sera aveva avvertito che «nessuno può sapere che cosa otterremo dai voti per posta» - attesi appunto nei prossimi giorni - ha scelto ieri una citazione di Theodore Roosevelt per commentare su Facebook il risultato del voto. «L'onore spetta all'uomo che sta realmente nell'arena, che conosce il trionfo delle grandi conquiste e che, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza», ha scritto il sindaco uscente. Da Belgrado il capo di stato Tomislav Nikoli„ ha dichiarato che a Srebrenica «non deve cambiare nulla, in particolare riguardo a quanto accaduto»: la nuova amministrazione «non deve dimenticare i crimini commessi dai serbi». Ma poiché le autorità serbe non riconoscono il carattere di "genocidio" ai fatti del luglio 1995, l'elezione di Grujici„ fa già discutere. Alla vigilia del voto la presidente dell'associazione "Madri di Srebrenica e Zepa", Munira Subasi„, aveva dichiarato che «anche se Grujici„ vince, non sarà mai il mio sindaco». E ieri la presidente dell'associazione "Donne di Srebrenica" Hajra Cati„ ha confidato di «sperare» ancora in un risultato diverso.
Del resto nel paese le elezioni municipali, alle quali hanno preso parte 53,88% dei 3,2 milioni di aventi diritto, hanno visto andare il maggior numero di consensi ai serbi guidati dal presidente della Republika Srpska (Rs, l'entità a maggioranza serba) e leader dell'Snsd Milorad Dodik, che fa leva sul nazionalismo populista per mantenere il potere. Confrontandosi con le forze politiche musulmane, sfidando da filo russo l'Ue e altri Paesi occidentali impegnati per la pace in Bosnia, Dodik, con 33 sindaci conquistati, ha sbaragliato i partiti dell'opposizione nella Rs. Forze queste anch'esse nazionaliste ma impegnate assieme a croati e musulmani nella maggioranza di governo a livello statale, a realizzare le riforme necessarie al processo di adesione all'Ue. Vittoria di Dodik nella Republika Srpska (Rs) e di Bakir Izetbegovi„ nella Federazione croato-musulmana (con l'eccezione delle municipalità dell'Erzegovina occidentale dove domina il fronte croato Hdz-Bih): Izetbegovi„, a capo del Partito di azione democratica (Sda) si conferma leader incontrastato nelle aree a maggioranza musulmana, anche se in lieve calo rispetto all'ultimo scrutinio locale.
Da notare, tra i bosgnacchi, la vittoria di un criminale di guerra a Velika Kladusa. Il nuovo sindaco di questa cittadina nel nord-ovest del paese (a 170km da Fiume) è Fikret Abdi„, un musulmano 77enne dalla doppia nazionalità croato-bosniaca, processato dai tribunali croati e condannato nel 2003 a 20 anni di reclusione (poi ridotti a 15), proprio per crimini commessi tra il 1993 e il 1995 (durante il conflitto Abdi„ si alleò con i serbi contro le forze di Sarajevo). Rilasciato nel 2012, scontati i due terzi della pena al carcere di Pola, Abdi„ è tornato a Velika Kladusa e ha fondato il Partito laburista. Con lo slogan «un passo davanti agli altri», è ora diventato sindaco.
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