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Trieste, due nuovi maxicantieri in stallo: Riccesi mette in “cassa” gli operai

Scattano da lunedì tredici settimane di ammortizzatore sociale “aperte” a seconda delle esigenze

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Verso un autunno ancora difficile: il comparto edile non riesce a ritrovare la via del rilancio 

TRIESTE Ormai è un refrain che putroppo si canta e che si ascolta da otto anni: il settore dell’edilizia e delle costruzioni è in crisi, i segnali di ripresa sono ancora labili, a Trieste le aziende - anche quelle che resistono e riescono a spuntare lavori - sono in sofferenza.

E’il caso della Riccesi, una delle poche imprese “storiche” triestine a non aver ancora gettato la spugna, che deve comunque ricorrere alla cassa integrazione: tredici settimane “aperte” (ovvero fruibili a seconda delle esigenze dell’azienda) a partire da lunedì 5 settembre.

«Ammortizzatore sociale ampiamente utilizzato in tutto il Friuli Venezia Giulia perchè è il modo con il quale possiamo limitare la destrutturazione delle realtà aziendali», commenta il presidente Donato Riccesi, che con l’elegante lessema “destrutturazione” mimetizza il più crudo riferimento ai licenziamenti, con il conseguente indebolimento in termini di competenze e di professionalità.

«Non siamo un’impresa fisarmonica - insiste Riccesi - che assume quando c’è lavoro e manda a casa quando il lavoro è finito». Sono state soprattutto due emergenze organizzative a motivare l’attivazione della Cassa da parte della Riccesi, ovvero i ritardi relativi al carcere di San Vito al Tagliamento e al complesso Ater in via Cesare dell’Acqua.

Ritardi che Riccesi spera di recuperare nel giro di pochi mesi, attenuando quanto possibile l’utilizzo dell’ammortizzatore. Il carcere di San Vito, che poi è quello di Pordenone, è stato al centro di un confronto giudiziario al Tar giulio-friulano, da una parte Riccesi con la Kostruttiva di Marghera, d’altra la parmigiana Pizzarotti. Proprio Pizzarotti aveva impugnato l’affidamento alle due concorrenti, ma nello scorso marzo il Tar ha dato ragione all’ati triveneta.

Invece l’appalto da 7,5 milioni, che riguarda la realizzazione di 48 alloggi Ater a Campanelle adiacente alla ciclabile dedicata a Giordano Cottur, è stato rallentato dal prolungarsi della bonifica dei terreni, in passato discarica abusiva dove sono stati trovati materiali Eternit.

La Riccesi è un’impresa ben dimensionata, che può contare su una novantina di dipendenti e che nel 2015 ha fatturato 23 milioni di euro. «In passato, quando l’immobiliare tirava - aggiunge il presidente - abbiamo superato i 30 milioni di ricavi». Donato Riccesi ci tiene a sottolineare che l’impresa ha un buon portafoglio di ordini, anche a livello nazionale: Firenze, Bologna, l’area terremotata della Bassa modenese che viene direttamente seguita da una base situata a Mirandola.

Ci tiene e gli preme perchè c’è qualche «gufo», come lo definisce, che sparge in giro «notizie false» sull’andamento dell’impresa. «Qualcuno, in buona o mala fede - chiarisce - confonde tra la Riccesi spa e GeneralGiulia srl. Una volta per tutte: la Riccesi spa è solvibile e solvente. Le voci su concordati e libri in tribunale sono totalmente destituite di fondamento».

La Riccesi ha oltre sessant’anni di vita, essendo sorta nel 1950 per iniziativa dal padre di Donato, Ennio. I Riccesi hanno frequentemente ricoperto incarichi direttivi nell’Ance, l’associazione che riunisce gli imprenditori del settore edile-costruzioni. Lo stesso Donato è ora presidente della territoriale, ha guidato la regionale ed è il primo esponente giulio-friulano ad aver ottenuto un incarico nell’esecutivo nazionale con il nuovo leader Claudio De Albertis.

Con la precedente giunta comunale retta da Roberto Cosolini si è lungamente negoziato la chiusura di un quindicennale contenzioso sulla mancata realizzazione del parking in Ponterosso, che venne bloccato dal Dipiazza 1. La trattativa serpeggiò tra un’amministrazione e l’altra fino a quando nell’era Cosolini sembrò profilarsi un accordo, che approdò nelle aule consiliari ma che si arenò per le resistenze politiche e burocratiche. Era in ballo un parcheggio in piazza Foraggi conguagliato con 1,9 milioni netti.

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