Rubano il Cristo e gli amputano due dita
Episodio sacrilego nella cappella di via Prosecco a Opicina. Indagini dei carabinieri in corso
1 minuto di lettura

TRIESTE Episodio sacrilego a Opicina. Ignoti hanno smontato di notte la croce e il Cristo sistemati nella piccola cappella aperta al pubblico di via di Prosecco. Poi, non paghi, hanno staccato un braccio della statua portandolo nel vicino cimitero, dov’è stato rinvenuto casualmente ieri, di prima mattina, da una residente. I carabinieri, che sono stati subito avvisati dell’accaduto e hanno iniziato le indagini, hanno verificato già dopo un esame sommario che entrambi gli indici delle mani del Cristo sono stati staccati. Staccati e scomparsi: a ieri sera, infatti, non sono stati ritrovati.
Un dettaglio che accentua l’aspetto misterioso del furto. Qualcuno ha anche ipotizzato una natura satanista dell’episodio che ha turbato l’abitato di Opicina anche perché la piccola cappella è costante meta di quotidiani pellegrinaggi da parte dei fedeli. «Qualche anno fa, quand’ero consigliere comunale, mi ero adoperato - ricorda Giuseppe Colotti - affinché la cappella fosse illuminata di notte. Ero riuscito nell’iniziativa molto apprezzata dai residenti. Mi amareggia che qualcuno possa avere avuto l’idea di maltrattare questo Cristo e di amputarne gli indici. Spero che quanto prima si faccia luce sull’episodio e si trovino i responsabili. Di certo, a Opicina servirebbe una maggiore presenza delle forze dell’ordine». Su questa necessità sono concordi in tanti sull’altipiano. Qualche mese fa si era alzata una forte protesta per la decisione della giunta Cosolini di eliminare il Distretto della Polizia locale, accorpandolo a quello di Barcola, e il vicesindaco della giunta Dipiazza, Pierpaolo Roberti, ha annunciato solo pochi giorni fa che «a Opicina sarà ripristinato il presidio».
Ieri pomeriggio, intanto, la statua del Cristo è stata rimessa al suo posto per quanto malconcia e priva dei due indici. È stato Boris Bogatec, vicepresidente del Centro in via - Insieme a Opicina e presidente dell’associazione sportiva Mladina, a rimettere insieme i pezzi grazie alla sua nota capacità manuale. «Abbiamo salutato con soddisfazione il ritorno della statua al suo posto - commenta Nadia Bellina, presidente del Centro in via - Insieme a Opicina - e abbiamo subito deciso di lanciare un’iniziativa alla quale speriamo rispondano positivamente quanti hanno a cuore le sorti della nostra comunità. Invitiamo tutti a portare un fiore nella cappella di via di Prosecco nell’attesa e nella speranza che siano ritrovati anche i due indici mancanti».
In ogni caso le indagini del Carabinieri continuano anche perché alcune caratteristiche del fatto rimangono decisamente oscure. Varie le ipotesi all’esame: potrebbe essersi trattato di una stupida bravata ma anche di una precisa volontà di danneggiare un simbolo della chiesa cattolica ovvero dell’espressione di una mente contorta e malata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti:
I commenti dei lettori