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Dal debutto flop alla ripresa: a Trieste i saldi estivi sfidano la crisi

Buona tenuta delle vendite di fine stagione a poco meno di un mese dall’avvio. Commercianti soddisfatti: «Affari in lieve ripresa grazie anche ai tanti turisti»

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Clienti a caccia di affari in un negozio 

TRIESTE Non è un bilancio da salti di gioia, ma nemmeno da musi lunghi. I commercianti triestini guardano con discreta soddisfazione all'avvio dei saldi estivi, quando si sta per toccare la boa del primo mese. In linea generale l'andamento è stato migliore di quello dello scorso anno - fanno sapere i negozianti -, sia pure in misura di poco superiore. Ma la nota positiva è il fatto che la corsa all'acquisto scontato, che di solito si esauriva nel giro di una o due settimane al massimo, questa volta sta tenendo botta anche ad un mese dalla partenza. E questo nonostante un avvio sfortunato a causa della concomitanza tra la Notte dei Saldi e la partita dell'Italia che nel primo sabato di luglio ha di fatto penalizzato i negozi. Tutti i commercianti, comunque, concordano sul fatto che il regolamento dei saldi va in qualche modo rivisto.

 

 

«Un avvio in linea con le previsioni e con un buon apporto da parte dei turisti, non solo quelli d'oltre confine - afferma Franco Rigutti -. I saldi sono un momento importante e vanno tutelati. C'è una data di inizio comune e questo è già un bene; quello che va ripristinato è il divieto di promozioni nelle settimane antecedenti. Ci devono essere saldi veri e chiarezza dei prezzi nel rispetto del consumatore». Concetti ripresi da Alberto Giorgi, di "Robe di Kappa": «La Notte dei Saldi è stata penalizzata, ma poi l'andamento è stato soddisfacente. Va però spostato più in là il periodo dei saldi, sia estivi che invernali, altrimenti perdono di significato e non fanno più la differenza come accadeva in passato».

Sulla questione della regolamentazione si sofferma anche Renzo Rosini del negozio di calzature "La Nouvelle". «I saldi stanno andando bene, meglio dello scorso anno, ma il problema è che esiste un'anarchia totale sul fronte delle regole. Il cliente è confuso e disorientato da tutta una serie di promozioni e noi non abbiamo modo di contrastare questa situazione che va a scapito della stessa qualità». Un ragionamento cui si ricollega Fabrizio Fossi del negozio “Lacoste”: «È fondamentale il modo con il quale ci si approccia al cliente. Le persone non comprano più una determinata merce solo perché costa di meno. Cercano un prodotto preciso e noi dobbiamo soddisfare quelle specifiche esigenze». Non tutti però si allineano sulla medesima posizione. «Per quel che mi riguarda non c'è stato un particolare sussulto, anche perché il trend delle vendite è stato positivo anche prima dei saldi - rileva Lelio Nacmias -. È chiaro però che un tempo venivano visti come un vero e proprio evento e c'era la corsa all'acquisto. Oggi non è più così. Le stagioni sono si sono spostate in avanti e ci sono troppe promozioni».

 

 

Bilancio dei saldi da rivedere anche per Jolanda Seveglievich, titolare del negozio "Guina", insieme alla figlia Marta. «La crisi non è alle spalle e quest'anno c'è stata una lieve flessione rispetto al passato. Bisogna sempre distinguere tra saldi veri e “giochi di prestigio” con i prezzi dei prodotti che erano già scontati. A fare la differenza sono sempre serietà, servizio e qualità. I commercianti devono però trovare la forza di posticipare le date dei saldi, altrimenti i prezzi lievitano e poi è il cliente a rimetterci». Infine c'è anche chi ha un approccio diverso. «La filosofia del gruppo è quella di proporre degli sconti tutto l'anno e dunque non esiste un periodo di saldi vero e proprio - spiegano Antonella Di Matteo e Giorgio Stulle di "Alpstation" -. L'idea è quella di premiare il cliente che qui trova un punto di riferimento costante. In fondo il valore di un prodotto c'è o non c'è, e non dipende certo dalla data in cui si vende».

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