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Regeni, analizzati in Germania i video delle stazioni metro del Cairo

A settembre l'esame. La Procura di Roma: il canale con gli inquirenti del Cairo resta aperto, contatti anche con le autorità inglesi

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Alcuni degli inquirenti durante una pausa del vertice fra magistrati italiani ed egiziani tenutosi in aprile a Roma (ansa)

ROMA Le immagini delle stazioni Bohooth e Naguih della metropolitana del Cairo, dove sarebbe transitato Giulio Regeni il 25 gennaio scorso prima di scomparire, saranno oggetto di una consulenza tecnica che si svolgerà a settembre nei laboratori di una società specializzata in Germania. L'accertamento è stato deciso congiuntamente dalla procura di Roma e dalla procura generale del Cairo. Agli esperti tedeschi gli egiziani consegneranno gli hard-disk dai quali i tecnici dovranno estrapolare, poiché contengono dati sovrascritti, le immagini del 25 gennaio scorso.

Della consulenza tecnica, che ha avuto l'avallo del ministero della Giustizia, si è parlato lunedì 25 luglio a piazzale Clodio, a sei mesi dalla scomparsa del giovane ricercatore, poi trovato morto il 3 febbraio successivo, in un vertice che il pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta, ha tenuto con i responsabili di Ros e Sco per fare un punto sulle indagini. Nei giorni scorsi il pm Colaiocco, secondo quanto si è appreso, ha sentito i genitori e la fidanzata di Giulio in merito ad alcune questioni emerse dall'esame del computer del ricercatore universitario.

In ogni caso «Il canale di collaborazione con Il Cairo resta aperto», hanno affermato gli inquirenti romani che si occupano del caso. Una collaborazione che, malgrado alcuni «buchi neri», come la mancata consegna agli italiani del traffico di celle telefoniche della zona in cui scomparve il ricercatore universitario e quella in cui fu trovato il suo corpo privo di vita, conferma la determinazione degli inquirenti romani di arrivare ai responsabili dell'omicidio. In questo ambito i contatti tra i due uffici giudiziari sono incentrati, in questo periodo, sulle modalità attraverso le quali gli effetti personali di Regeni (passaporto, carta di credito e tesserini universitari) siano finiti nella disponibilità di una presunta banda criminale i cui componenti erano stati uccisi dalla polizia lo scorso marzo. Per gli inquirenti italiani la pista indicata dalla polizia del Cairo sul ruolo della banda criminale nella morte di Giulio Regeni continua ad essere considerata inattendibile. Oltre ai rapporti con la capitale egiziana, la magistratura di Roma mantiene contatti anche con le autorità inglesi in merito a contatti che Regeni aveva, tra l'altro, con esponenti dell'università di Cambridge.

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