Il carcere di Gorizia non chiude, anzi raddoppia
La struttura penitenziaria sarà ampliata recuperando l’ex scuola “Pitteri” di via Cappuccini. Sopralluogo di Sbriglia

GORIZIA Carcere di Gorizia: lascia o raddoppia? Ieri doveva essere una giornata fondamentale per trovare la risposta, che è arrivata ed è la seconda, visto che la prospettiva dell'ampliamento della casa circondariale di via Barzellini è quella confermata con forza al termine del confronto che ha messo attorno ad un tavolo il sindaco Ettore Romoli e il provveditore dell'amministrazione penitenziaria del Triveneto Enrico Sbriglia. Che hanno ribadito la volontà comune di ampliare gli spazi del carcere goriziano recuperando l'edificio dell'ex scuola "Pitteri" di via Cappuccini, proprio alle spalle di via Barzellini. Con Romoli e Sbriglia ieri c'erano tra gli altri l'assessore Guido Germano Pettarin, il personale degli uffici comunali, il direttore del carcere Alberto Quagliotto, il comandante Guido Tibaldi, l'ingegner Sebastiano Antinoro dell'Ufficio tecnico del provveditorato regionale, l'architetto Ettore Barletta e l'ingegner Emiliano Romano, suo collaboratore, esperti di edilizia penitenziaria.

Tutti hanno preso parte ad una lunga riunione in Municipio, prima di effettuare un sopralluogo alla "Pitteri". Il cui recupero, secondo Sbriglia, «non costerebbe meno di 3 o 4 milioni di euro», ma non sarebbe un progetto poi così complesso. Perché nella vecchia scuola adiacente agli spazi della casa circondariale non nasce un "nuovo carcere". Non sarebbe una struttura "pesante", con tutte le conseguenze sul piano strutturale e della sicurezza che questo comporta. L'edificio fungerebbe da appoggio al carcere, ospitando essenzialmente spazi dedicati ai servizi. Ad esempio locali per gli agenti di polizia penitenziaria e gli operatori del carcere, servizi igienici, laboratori dove attuare iniziative per il recupero dei detenuti. Tutti spazi che ridarebbero dignità al lavoro e alla vita nel carcere ma che, bisogna specificarlo, non sarebbero dei "lussi". «Senza un ampliamento non si potrebbe immaginare in futuro una permanenza dell'istituto penitenziario, anche una volta completati i lavori di ristrutturazione - ha ricordato Sbriglia -. I nuovi spazi garantirebbero invece le condizioni di vivibilità della struttura che sono imprescindibili». Pienamente d'accordo anche il sindaco Romoli, che sottolinea come «per Gorizia la presenza del carcere è un'assicurazione sulla presenza del Tribunale: senza l'uno non c'è l'altro.
Così come è la casa circondariale di via Barzellini non è una struttura umana e dobbiamo batterci perché lo diventi. Dobbiamo capire quali soluzioni trovare per l'ex scuola Pitteri: potremmo concederla in comodato d'uso o cederla all'amministrazione penitenziaria. Speriamo di trovare un modo e le risorse per sistemare l'edificio, ma intanto la volontà c'è ed è forte, e per questo ringrazio Sbriglia». Sbriglia che a sua volta ha rivolto un plauso al sindaco e al Comune di Gorizia per l'attenzione rivolta al tema del carcere, e per la scelta di puntare sul mantenimento della struttura nel cuore della città, definita "un segnale di coscienza".
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