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Fusione bisiaca, trionfa il no trascinato da Ronchi e Staranzano VIDEO

Il maxi-Comune bocciato dal 60%, mentre a Monfalcone il sì non sfonda. Plebiscito nei due piccoli municipi del mandamento con i contrari all’80%

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Bisiachi al voto 

MONFALCONE. Referendum fusione Comuni bisiachi: è andata come tutti se l’immaginavano: il no ha prevalso. Ma non solo là dove era scontato, bensì in assoluto. A scrutinio ultimato, 24 minuti dopo la mezzanotte, il sogno di un matrimonio a tre, con protagonisti Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano, si è infranto. Netto il distacco, di oltre 20 punti percentuali, tra i voti contrari (60,27%) e quelli a favore (39,73%), circoscritti perlopiù nella città dei cantieri, dove comunque il desiderio di fusione non è parso così ardente, anzi. Un 36,06% ha deciso picche, manifestando contrarietà al disegno del maxi-Comune.

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Un dato su tutti, comunque, ha fotografato il tiepido abbraccio alla causa caldeggiata da Volpato & co: l’affluenza alle urne delle 12. Là dove i comuni minori avevano già macinato e superato le soglie del 19 e del 20%, Monfalcone ancora masticava uno striminzito 11,49%. E una significativa rimonta non si è vista ai successivi step di rilevazione: 27,38% alle 19 e 34,45% alle 23, la deadline di voto. A dire che, almeno nel Comune dove probabilmente l’interesse a contare di più sui tavoli della politica regionale appariva pronunciato, la conferma dell’astensionismo si è consumata tutta. Tradotto: in un referendum “tradizionale” la fusione qui non avrebbe nemmeno raggiunto il quorum, diversamente da Ronchi e Staranzano.

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