Pordenone, Ciriani in pole per il dopo Pedrotti
L’ex presidente della Provincia se la vedrà con la dem Giust. Si vota anche a Cordenons e San Vito al Tagliamento

TRIESTE. Come nel 2011, quando al ballottaggio andarono 4 Comuni: Trieste, Pordenone, Monfalcone e Cordenons. Oggi è il giorno di altrettante sfide al secondo turno in Fvg: oltre che per il capoluogo regionale si rivota infatti a due settimane di distanza a Pordenone, Cordenons e San Vito al Tagliamento. A Pordenone, alle 12, l'affluenza è stata del 18,46%, a Cordenons del 16,84% e a San Vito al Tagliamento del 19,02%.
Il confronto più atteso nella Destra Tagliamento è naturalmente quello del dopo Pedrotti, il candidato uscente del centrosinistra che ha deciso di non ripresentarsi (o, secondo un'altra versione, è stato spinto a farlo dalla sfiducia dei partiti).
Come a Trieste, anche a Pordenone il centrodestra ha piazzato l'allungo due settimane fa. Alessandro Ciriani, ex presidente della Provincia, esponente della destra, con il sostegno di una lista personale (al 17,1%), di Forza Italia, di Fratelli d'Italia e di Autonomia responsabile, ha portato a casa il 45,5% dei voti, oltre 12 punti in più di Daniela Giust (33,2%) che ha l'appoggio del Pd (17,6% il 5 giugno) e delle civiche Il Fiume, Pn 1291 e Cittadini).
Sulla carta, per il centrosinistra è una partita ancora più difficile di quella triestina. Non a caso si sono messi in pista in tanti, da Debora Serracchiani, in città per la chiusura della campagna elettorale (anche se per parlare di disabilità evitando qualsiasi strumentalizzazione), a Sergio Bolzonello.
L'ex sindaco ora vicepresidente della Regione, accusato da Ciriani di essersi «dimenticato del territorio dopo aver preso 10mila voti», ha scritto una lettera aperta ai pordenonesi sostenendo l'opportunità di un voto per Giust. «Abbiamo messo a disposizione del territorio centinaia di milioni di euro per istruzione, formazione, ricerca e sviluppo - si legge tra l'altro nel testo -, ma anche per l'ospedale e la cultura».
Una linea anche difensiva rispetto alle accuse di un Bolzonello che non tutela più Pordenone: «La verità sta negli atti e nei risultati prodotti, su cui sono pronto a confrontarmi in ogni momento». L'appello estremo è stato però quello di Pedrotti sotto la loggia del municipio: «Dobbiamo portare i nostri a votare, convincere i nostri amici e parenti perché, non lo nascondo, anche io ho avuto difficoltà a convincere i miei ad andare in cabina».
Nelle ultime battute prima della riapertura delle urne non sono mancati i botta e risposta. Il parlamentare del Pd Giorgio Zanin, ex consigliere di minoranza in Provincia, ha denunciato il «metodo di governo spartitorio» di Ciriani, ne ha ricordato i «pasticci» e denunciato l’«inconcludenza», il candidato del centrodestra si è lanciato in una guerra di cifre con Bolzonello sui trasferimenti regionali.
Ballottaggio anche a Cordenons. A caccia della poltrona di sindaco sono rimasti Giovanni Ghiani (33,3% al primo turno), segretario del Pd locale, candidato di un centrosinistra unito (a suo sostegno anche le civiche Sinistra in Comune e Cittadini per scegliere insieme) e il segretario cittadino del Carroccio Andrea Delle Vedove (29,3%), assessore all'Urbanistica nell'ultimo mandato.
Dalla sua parte anche Il Popolo della famiglia e due fuoriusciti azzurri, gli ex assessori Andrea Serio e Mauro Baletti, i leader di Forza Cordenons. In assenza di apparentamenti, massima libertà di voto da parte di M5S, Cordenons in movimento, Vox Vestra e pure Forza Italia.
A San Vito, la divisione toccava anche il centrosinistra. Alla sfida decisiva di oggi sono arrivati proprio i due candidati dello schieramento, l'uscente Antonio Di Bisceglie (Pd, Progetto insieme e Sinistra per San Vito) con il 37,2% e il suo vice Tiziano Centis (Cittadini e Alternativa Comune) con il 29,1%. Dalla parte di Di Bisceglie lo stato maggiore del Pd. «Dovete convincere fino all'ultimo conoscente a votarlo», l'appello in piazza venerdì sera di Serracchiani.
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