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Trieste, minacce di morte al cliente: condannato

Quattro anni di carcere allo spacciatore serbo che per mesi ha picchiato e taglieggiato un 17enne e i suoi genitori

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Una foto d’archivio di un arresto da parte dei carabinieri 

TRIESTE «So dove abiti. Hai due giorni di tempo. Se non paghi ti prendo e ti porto a casa con me. Finisce male per te e per la tua famiglia. Ti spacco tutti i denti. E poi ti faccio sparire...». Non era stata una “banale” baruffa tra uno spacciatore e il suo cliente in ritardo con i pagamenti. Ma piuttosto l’incubo terribile vissuto da un ragazzino di 17 anni e dalla sua famiglia.

Il responsabile di quell’incubo, Filip Stamenkovic, 22 anni originario della Serbia, è stato condannato a 4 anni e 2mila euro di multa al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Era accusato di un reato gravissimo: estorsione. Ma anche di spaccio.

A pronunciare la sentenza il giudice Laura Barresi, che ha accolto solo in parte le richieste del pm Maddalena Chergia. Infatti il rappresentante dell’accusa aveva chiesto, al termine della sua requisitoria, 4 anni, 2 mesi di reclusione e 4mila euro di multa per il reato di estorsione e due anni per quello di spaccio. In totale: 6 anni e 2 mesi. Stamenkovic è stato difeso dall’avvocato Eleonora Sponza.

La vicenda è venuta alla luce nel mese di luglio dello scorso anno, quando il giovane vittima dell’estorsione, accompagnata dai genitori, si era presentato dai carabinieri di Aurisina, raccontando una storia tremenda. Il minorenne aveva parlato non solo dei costanti rifornimenti di droga: 50 grammi al mese per un valore di 500 euro. Ma anche e soprattutto dei suoi debiti nei confronti del pusher e delle minacce.

Lo spacciatore, infatti, per riscuotere uncredito che ammontava a mille euro per cento grammi di marijuana, non aveva esitato a picchiare il ragazzino, che vive a Sistiana, e a minacciare i suoi genitori. Una volta aveva anche avvicinato il diciassettenne in spiaggia a Sistiana, colpendolo con calci e pugni e pretendendo 1.200 euro ovvero 200 euro in più del credito.

In un’altra occasione aveva fatto ricorso anche a minacce più pesanti: «Ho visto la macchina di tuo padre di fronte a casa tua. Fra qualche giorno sarà mia. E non finisce qui. I miei amici - aveva affermato il pusher dandosi arie da “boss” non ti faranno più mettere piede a Trieste. Voglio i soldi, altrimenti finisce male per te e per la tua famiglia. Se non mi dai i soldi, vado a prendere i tuoi».

Non contento, lo spacciatore serbo aveva lanciato poi alla sua vittima anche una lunga serie di messaggi inequivocabili attraverso Facebook. Piccoli post dal significato fin troppo chiaro: da «Chi non muore, si rivede» a «La prossima volta che non rispondi, sarà molto peggio».

Una vera e propria “persecuzione” che ha creato un vero e proprio stato d’ansia e di terrore nel minorenne. Il quale a un certo, punto disperato e terrorizzato, stava per prelevare l'oro di famiglia e consegnarlo a Stamenkovic.

In caserma i tre hanno riferito agli investigatori altri particolari di quello che non può che essere definito l’incubo in cui erano precipitati, rivelando che lo spacciatore, una volta, si era addirittura presentato a casa loro, minacciando la madre del minorenne: «Sono nei guai con altre persone e sono già venute a casa mia e mi hanno trattato male. Lei non sa cosa mi hanno fatto e cosa ho passato. La stessa cosa potrebbe succedere a voi», aveva detto rivolto alla donna.

I militari, dopo aver ascoltato il racconto, hanno organizzato un (finto) appuntamento per la consegna del denaro: e così, quando il minorenne gli ha dato i soldi, hanno preso l'aguzzino con le banconote in mano. E l'hanno ammanettato. Poi il processo e la condanna.

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