Sette architetti triestini per la Shanghai del futuro
Lo studio Waltritsch scelto per realizzare il masterplan nel distretto di JiaDing Il titolare: «Poi saremmo lieti di dare qualche consiglio per il Porto vecchio»

TRIESTE C’è una sorta di Porto vecchio, grande una volta e mezza quello vero, a novemila chilometri di distanza. In questo caso il masterplan viene fatto da sette architetti triestini dello studio Waltritsch di via XXX ottobre. L’area in questione è in realtà il distretto di JiaDing del comune di Shanghai che si trova comunque inserito nel delta del fiume Yangtze Kiang per cui alcune analogie con Trieste non mancano anche se nel caso cinese si tratta di costruire, più agevolmente, su una “tabula rasa” e quindi senza vincoli architettonici. La municipalità di Shanghai ha un'estensione quasi pari a quella del Friuli Venezia Giulia e conta 24 milioni di residenti stabili. JiaDing dove l’area da realizzare sarà destinata alla comunità internazionale, sta rapidamente emergendo come una delle parti più dinamiche della grande metropoli asiatica. Ospita il circuito automobilistico di Formula 1, le sedi di molte importanti aziende europee (ad esempio la Volkswagen Cina) e cinesi, nonché edifici di grande pregio quale l'opera dell'architetto giapponese Tadao Ando.
Per lo sviluppo di aree di particolare interesse, le autorità governative si appoggiano a società create ad hoc, in questo caso la JiaDing new town development company, una partecipata statale che si sta occupando dello sviluppo di un'area complessiva di 65 km2. «Siamo stati scelti dopo una serie di colloqui che hanno coinvolto in particolare studi di architettura italiani e inglesi dato che i cinesi per il quartiere internazionale volevano puntare su una progettazione europea - spiega l’architetto Dimitri Waltritsch titolare dello studio triestino - anche in virtù dei nostri precedenti incarichi di progettazione a larga scala. Abbiamo infatti già all’attivo importanti masterplan quali le aree Star of Gazprom a Mosca e CasaNova a Bolzano, oltre che diverse esperienze professionali nei Paesi Bassi».
La società triestina è chiamata a redarre un masterplan di un ambito con estensione di 1km2 (100 ettari), che ospiterà più di 3.500 nuove unità residenziali destinate ad accogliere una comunità multiculturale, spazi per il commercio e per il lavoro. Il masterplan includerà anche due scuole: la prima internazionale e la seconda di preparazione per gli studi all'estero per più di 2.000 studenti, un grande centro multireligioso (buddista, cattolico e protestante) e varie strutture dedicate alle attività sportive, compreso un centro natatorio e campi per il badminton (lo sport che si gioca con racchette e volano) che in Cina è particolarmente in auge. Seppur redatto da architetti europei, il progetto si baserà su un’interpretazione contemporanea del Feng Shui oltre che su principi di sviluppo sostenibile.
Vedrà l'acqua protagonista indiscussa (ecco le analogie con il caso triestino), con l'inserimento di canali, di una vasta area naturalistica inserita in area umida, e di una darsena per il tempo libero. «Una scelta naturale - commenta Waltritsch - visto che l'insediamento si trova nel delta del fiume Yangtze Kiang, che ci aiuterà a inserire in maniera più armonica l'enorme massa edificata in questo contesto di nuova urbanizzazione. Caratteristica del progetto sarà inoltre un'articolata variazione delle tipologie edilizie, per assicurare la presenza di differenti gruppi sociali oltre che etnici».
Gli architetti triestini hanno incominciato a lavorare da un paio di settimane, ma a luglio devono aver già copmpletato il masterplan. «I tempi cinesi sono questi - commenta l’architetto triestino - nemmeno lontanamente paragonabili a quelli italiani e la realizzazione procederà poi altrettanto spedita anche se va detto che le fasi burocratiche sono anche lì piuttosto rigide e non fulminee». Tra un paio di mesi però lo studio Waltritsch avrà nel proprio bagaglio di esperienze il caso Shanghai. «E ci farebbe enorme piacere - conclude l’architetto Dimitri - poter fornire qualche consiglio per il Porto vecchio di Trieste»
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