Entro l’estate 122 nuovi assunti in Ferriera
Verranno impiegati all’interno del laminatoio che sta prendendo forma accanto alla fabbrica di ghisa. Già iniziata la formazione

TRIESTE Non si sa se attira più maledizioni lei o Belzebù, ma la Ferriera si candida ora a diventare il nuovo serbatoio occupazionale della città. Parlano i numeri: 122 operai saranno assunti entro l'estate per lavorare nel laminatoio, il mega impianto da 60 mila metri quadrati per la trasformazione dell'acciaio che sta sorgendo a tempo record accanto alla storica fabbrica di ghisa. Un investimento di 110 milioni di euro. Lo stabilimento sarà pronto, almeno in parte, tra pochissimo. «Non oltre l'estate», hanno promesso ieri mattina i tecnici di Siderurgica Triestina nella visita organizza per i giornalisti. Dell'amministratore delegato, o di altri vertici, curiosamente, nemmeno l'ombra. Di quei 122, alcuni stanno già partecipando ai corsi di formazione organizzati a Cremona e dall'assessorato al Lavoro della Regione Fvg, altri ancora impareranno il mestiere direttamente sul campo.
La Ferriera, come noto, è alla prese con un difficile percorso di risanamento ambientale e da un po' beneficia di impianti di aspirazione delle polveri e di insonorizzazione per ridurre l'inquinamento. Troppo poco, evidentemente, per fermare l'ondata di malcontento che porterà la gente in piazza a protestare, ancora, tra qualche giorno. Si attendono migliaia di cittadini, a ridosso delle elezioni comunali. Ma nel frattempo, insieme ai tentativi di far convivere una fabbrica di fine Ottocento con le case dei servolani, la società si lancia nella "fase due" del progetto di reindustrializzazione con il nuovo laminatoio. Il numero degli assunti, quando i capannoni funzioneranno a piano ritmo, è comunque destinato a crescere ulteriormente fino ad arrivare tra le 250 e le 300 unità. Il tetto dovrebbe essere raggiunto non più tardi del 2018, stando alle stime. Gli attuali 460 addetti dell'intero sito di Servola, sommando le future leve, potrebbero dunque salire quasi a quota 800.
Siamo nel vivo del piano di rilancio, dopo l'acquisizione del gruppo Arvedi, contenuto nell'Accordo di programma siglato con le istituzioni nel novembre del 2014. Il laminatoio è una struttura enorme, complessa e moderna. Dovrà assolvere diverse funzioni. È stato ricavato da un'ex acciaieria, una catapecchia totalmente abbandonata alla spazzatura e ai piccioni, a cui è stata aggiunta un'altra ala. 60 mila metri quadrati, appunto. Oggi è una fabbrica nuova di zecca, quasi completata, a pochi metri dal vecchio stabilimento.
Il meccanismo della lavorazione sarà semplice: la ghisa della Ferriera viene trasportata via ferrovia a Cremona per la produzione dell'acciaio. Quando è pronto, viene poi rispedito a Trieste, sotto forma di grandi rotoli neri, per la trasformazione nel laminatoio. È qui che il materiale viene trattato. Due i cicli. Uno a "lucido", quello che sarà avviato in estate, serve a diminuire lo spessore, ma anche a essere allungato, piegato e stampato senza rompersi. Adatto, insomma, all'edilizia e al settore automobilistico o all'elettrodomestico, ad esempio. L'altro, per gli acciai "speciali" magnetici, rientra nelle future tappe che prevedono due nuovi impianti. Nessun ulteriore disagio per i residenti che abitano intorno, è stato assicurato ieri. «Il rumore che farà sarà quello di un'automobile accesa - ha garantito Roberto Salvarezza, direttore nuovi impianti di Siderurgica Triestina - fuori non si sentirà nulla e le emissioni di Co2 saranno assolutamente contenute». La produzione annuale prevista dal ciclo lucido servolano sarà di circa 600 mila tonnellate di acciaio lavorato. Tre le fasi del processo a cui saranno sottoposti i rotoli di acciaio grezzo: la laminazione a freddo, la ricottura e la rifinitura. A ciò si aggiunge il servizio di taglio a seconda delle esigenze dei clienti. Tecnicamente funziona così: il rotolo entra nei macchinari con uno spessore che varia tra i 2 e i 5 millimetri ed esce più sottile, da 0,25 a 2,5 mm, grazie a dei rulli. Per rendere le lastre nuovamente duttili, il materiale viene cucinato daccapo tra i 600 e gli 800 gradi.
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