La famiglia Regeni: la banda dei presunti rapinatori quel giorno lontana dal Cairo
Lo hanno riferito Rasha e Sameh, i figli del cosiddetto "capobanda" Tarek Saad riferendosi a una località che dista circa due ore e mezza di auto dal quartiere cairota di Dokki dove la sera del 25 gennaio scomparve il ricercatore friulano poi torturato a morte in Egitto

ROMA Il giorno che Giulio Regeni fu rapito al Cairo, tre componenti della presunta banda di rapinatori indicati come possibili responsabili del sequestro erano lontani, sul delta del Nilo, nel governatorato di Sharqiyya. Lo hanno riferito Rasha e Sameh, i figli del cosiddetto "capobanda" Tarek Saad riferendosi a una località che dista circa due ore e mezza di auto dal quartiere cairota di Dokki dove la sera del 25 gennaio scomparve il ricercatore friulano poi torturato a morte in Egitto.
Rasha inoltre ha esplicitato le proprie accuse già mosse in maniera meno diretta al governo egiziano circa una responsabilità nell'uccisione di Regeni e successivi depistaggi dicendo all'Associated Press: «Accuso il ministero dell'Interno di tentare di coprire le proprie malefatte uccidendo la mia famiglia». Mostrando anche foto di lavori svolti, i due figli di Tarek hanno confermato quanto riferito alla Cnn: ossia che il marito di Rasha era solo un imbianchino che si stava recando a compiere un lavoro a Tagammu al-Khamis, quartiere della periferia est del Cairo dove poi fu ucciso dalla polizia assieme al suocero, al cognato, a un amico pregiudicato e all'autista del minibus su cui viaggiavano.
Su queste accuse non è stato possibile ottenere commenti da diverse autorità egiziane. Abdel-Wahab Youssef, l'avvocato della famiglia autista Farouk (26 anni), ha detto all'Ap che gli è stato negato l'accesso agli atti dell'indagine tra cui le autopsie: «la segretezza dell'indagine solleva dubbi», ha detto il legale. Rasha ha riferito che la polizia era solita perquisire le abitazioni della famiglia a causa di precedenti problemi con la giustizia e ha ripetuto che padre e fratello il giorno in cui furono uccisi (24 marzo) erano con suo marito perchè lei aveva chiesto loro di seguirlo temendo che la tradisse.
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