Russo: «Costretto a farmi avanti, con Cosolini ci si schianta» VIDEO
Il senatore “ribelle” spiega le sue ragioni. «I numeri del sondaggio parlano chiaro. Il partito non può negare il confronto interno perché è previsto dallo Statuto»

TRIESTE Allarme “russo” per il Pd. «Ho deciso di chiedere le primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra a Trieste. Io ci sono. Mi candido. Non mi nascondo, sono pronto a mettermi a disposizione per la mia città. E se facciamo le primarie, noi le vinciamo». Lo “sdemanializzatore” Francesco Russo è sicuramente l’ultimo senatore eletto di Trieste (come ama definirsi visto che ha votato per la cancellazione del Senato), ma non è sicuramente l’ultimo arrivato. E nella galleria del Tergesteo affollata di “Russo boys” e nomi prestigiosi della città (dal magnifico rettore Maurizio Fermeglia allo scrittore Veit Heiniken al sondaggista Roberto Weber) lancia la sua candidatura alle primarie a scoppio ritardato di Trieste.
Russo lancia la sua candidatura alle primarie
Il sindaco uscente Roberto Cosolini ha già avuto tutte le investiture possibili e immaginabili (compresa quella all’Ausonia della vicesegretaria del partito Debora Serracchiani). Solo 8 giorni fa il sindaco ha presentato al Caffè San Marco il centrosinistra versione “light” con cui ottenere il bis. Solo che si tratta di un sindaco e di una coalizione “a perdere” secondo un sondaggio commissionato da Russo alla Ipsos di Nando Pagnoncelli.
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«Avrebbe dovuto farlo il mio partito. L’ho fatto io. I numeri parlano chiaro. Questo centrosinistra si schianta», spiega Russo di fronte a una platea allargata che vede pochissimi democratici. C’è il capogruppo “dimissionato” Marco Toncelli («Sono arrivati a chiedere la sua testa solo perché ha firmato la mia proposta di Trieste Metropolitana») e il vicepresidente della Provincia Igor Dolenc. «Le primarie sono un istituto straordinario per dare la parola ai cittadini», ripete Russo dopo che alle tre di notte il direttivo provinciale del Pd ha bocciato 14 a 2 il ricorso alle primarie con la benedizione del segretario provinciale Nerio Nesladek e regionale Antonella Grim.
«Qualcuno ha chiesto anche la mia espulsione dal partito», rivela il senatore. La decisione sulle primarie dem dovrà essere rimangiata. «Il Pd locale farebbe fatica a non concedere le primarie perché sono previste dallo Statuto anche con un sindaco in carica. E neppure Serracchiani potrebbe rifiutare visto che la sua è una storia di primarie».
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E a chi gli contesta di proporre le primarie dopo averle accuratamente evitate quando il Pd aveva lanciato l'operazione su scala regionale per designare i candidati al Parlamento (è uno dei “nominati” nel listino del Senato), lui ricorda un’altra storia: «È stato il partito su proposta di Serracchiani a chiedermi di fare il capolista al Senato per togliermi dalle primarie alla Camera ed evitare a un deputato triestino un rischioso confronto». Il deputato è Ettore Rosato, che poi è riuscito a fare carriera sotto il “renzismo” diventando capogruppo a Montecitorio. A Russo, invece, è toccato l’ostracismo del partito. Proprio lui che con un emendamento è riuscito a smantellare il più grande “no se pol” di Trieste, ovvero sbloccare Porto vecchio dopo oltre 60 anni.
Eppoi l’emendamento attuale per la città metropolitana visto come fumo negli occhi dal partito regionale e dalla governatrice. «Quello di Trieste Metropolitana è il sogno di una città che può tornare a sperare di essere grande (lo slogan defunto di Cosolini, ndr). Solo che dentro il partito ho avvertito qualche titubanza di troppo. A qualcuno è mancato il coraggio», denuncia Russo. Eppure, assicura, la proposta di Trieste Metropolitana incontra i favori della stragrande maggioranza della città. «Partiamo sabato prossimo con il tour e abbiamo già riempito tre pullman. Stiamo pensando di raddoppiare l’offerta», annuncia il senatore. Nessuna personalizzazione. «I politici sono soliti andare da Trieste a Roma. Non a fare il percorso inverso», spiega motivando la sua candidatura (omettendo però il fatto che il Senato è destinato a scomparire).
Ma perché svegliarsi solo ora con le primarie? «Perché sono un uomo di partito». E comunque non è mai troppo tardi. «A Napoli e Roma le primarie si tengono il 5 marzo. Non vedo perché dovrebbe essere tardi per Trieste». E se il Pd non concedesse le primarie? «Non farei nessuna lista civica contro il mio partito. Sono un senatore del Pd», spiega Russo che ricorda che, proprio da segretario, ha «contribuito a far eleggere Cosolini». E ora da senatore può anche permettersi il lusso di sfidarlo. Proprio il sindaco che non ha mai firmato la proposta della città metropolitana (a differenza, per esempio, di Dipiazza) e che non si è mai fatto vedere ai banchetti. «Se vince siamo tutti con lui» assicura Russo. Prima di aggiungere: «Tanto se facciamo le primarie noi le vinciamo».
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