Trieste, corsi di recupero tenuti dagli allievi più grandi e più bravi
All’Oberdan e al Petrarca il debutto del progetto lanciato dalla Consulta studenti. In cattedra decine di ragazzi disposti a fare lezione ai colleghi più giovani e meno preparati

TRIESTE La formula per cui gli studenti più bravi aiutano i compagni in difficoltà è sempre esistita all'interno delle classi. Ma nelle scuole della provincia di Trieste si è iniziato a fare qualcosa di più, estendendola su larga scala e istituzionalizzandola, anche per venire incontro ad un sistema scolastico alle prese con fondi sempre più magri. E gli artefici dell'impegnativa operazione sono stati gli studenti stessi. Un esperimento, quello dei “ragazzi che insegnano ai ragazzi”, che sta dando ottimi risultati.
Il quadro generale Con la fine del primo quadrimestre e l'arrivo delle pagelle con le prime insufficienze dell'anno, le scuole si mobilitano per l'organizzazione dei corsi di recupero. Corsi da attivare pur in presenza di risorse ridotte all’osso, come testimoniano i numeri: i fondi ministeriali per i cosiddetti “interventi didattici educativi e integrativi”, introdotti nel 1995 con l'abolizione degli esami di riparazione, sono diminuiti costantemente negli ultimi anni - dai 322 miliardi di vecchie lire del 1999 ai 9 milioni di euro del 2013-2014, il 5% di quanto si spendeva nel '99 -. Anche per questo molte scuole non riescono a garantire i corsi per tutte le materie in cui gli studenti hanno avuto insufficienze. Così si privilegiano le materie d'indirizzo, quelle in cui l'insufficienza riguarda un ampio numero di studenti, lasciando scoperte le altre. Oppure si fa il recupero per tutta la classe in orario curricolare, in modo da non dover pagare extra agli insegnanti, che per legge devono essere retribuiti con 50 euro l'ora.
La Peer education In un quadro simile, una preziosa boccata d’ossigeno è arrivata dalla Consulta provinciale degli Studenti, che ha lanciato di recente il progetto “Peer Education”, traducibile in italiano come “educazione tra pari”. Un progetto per cui gli studenti più meritevoli delle classi quarte e quinte si rendono disponibili, su base volontaria, a tenere corsi di recupero, potenziamento o di sportello ai ragazzi del biennio carenti nelle materie stabilite. «Il problema delle magre economie scolastiche, che non consentono di realizzare un piano di recupero in tutte le materie, si trascina da anni - spiega il docente di riferimento della CPS, Valter Goglia -. Per aiutare gli studenti svantaggiati, quelli che pur avendo insufficienze non si possono permettere le ripetizioni private, due anni fa nel corso di una conferenza del Coordinamento Regionale delle Consulte, è stato presentato il progetto “Peer education”. Quest'anno abbiamo ripreso in mano l'embrione di quel progetto, cercando di dargli una forma definita ma modellabile in base alle diverse esigenze delle scuole». Non è stata un'impresa facile, perché ci doveva essere in primis un interesse certificato da parte degli studenti e il consenso della dirigenza scolastica, e in seconda battuta la disponibilità dei ragazzi più anziani e più bravi ad offrirsi come educatori, quella dei docenti a certificarne le competenze, quella degli studenti con difficoltà scolastiche a seguire questi corsi (la cui frequenza, nel pomeriggio, è ovviamente su base volontaria), e l'impegno dei rappresentanti della Consulta a diffondere l'informazione e organizzare i corsi.
Oberdan e Petrarca «La Peer Education è partita finora in due licei, all'Oberdan e al Petrarca - racconta il presidente della Consulta, Matteo Giugovaz, studente del Petrarca - e si sta lavorando per estenderla anche in tutte le altre scuole della provincia, italiane e slovene. Dalle dirigenze scolastiche abbiamo avuto il benestare, ora si stanno raccogliendo le adesioni tra i ragazzi per far poi partire il progetto nelle scuole dove ci sono un numero sufficiente di richieste». Ma un primo bilancio è già possibile: all’Oberdan, dove il recupero previsto dalla scuola, solo per le materie in cui c'erano più di cinque insufficienze per classe, si è svolto in orario curricolare, i ragazzi-educatori, circa una ventina, hanno proposto corsi di matematica, fisica, scienze, informatica e inglese, destinati anche a studenti del triennio. I moduli di otto ore per ciascuna materia, iniziati il 18 gennaio e conclusi il 29, hanno ricevuto ben 84 iscrizioni. Ottimo riscontro anche al Petrarca, dove sono stati proposti dal 25 gennaio moduli di cinque ore per storia e scienze per i primi tre anni, materie per cui non erano previsti corsi di recupero neanche in orario curricolare. «Contrariamente alle aspettative abbiamo ricevuto più di una ventina d'iscrizioni per scienze e alcune per storia, con sei ragazzi che si sono alternati nel ruolo di educatori», racconta Giugovaz. È stato così premiato l'impegno della Consulta Provinciale degli Studenti - organo istituzionale composto da due studenti per ogni scuola superiore della provincia, supportati da un docente che funge da referente -, i cui membri stanno portando avanti numerosi progetti: «Abbiamo avviato un percorso di collaborazione con le associazioni di volontariato sul territorio e uno per promuovere i giovani talenti artistici della città. Ma per continuare a lavorare bene abbiamo bisogno delle idee di tutti gli studenti: potete contattarci sulla pagina Facebook della Consulta o scriverci (consultastudentescaTS@gmail.com)».
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