In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Trieste “beffata” da Roma su mozziconi e chewing gum

Dal 2010 l’amministrazione comunale sanziona pesantamente i comportamenti di chi sporca la città Ma ora il governo reclama il 50% delle sanzioni. L’ex assessore Rovis: «Penalizzati i Comuni virtuosi»

2 minuti di lettura

Il governo centrale emana nuove norme a tutela del decoro urbano (con relative sanzioni per chi sporca la città). Un provvedimento benvenuto per il Belpaese. Ma che per Trieste è una beffa visto che il Comune “austroungarico” aveva già provveduto per conto suo. Come spesso accade, Roma è molto più indietro di Trieste. «A questi problemi avevamo già provveduto nel 2010 - ricorda Paolo Rovis (Trieste Popolare), "papà" del vigente Regolamento di igiene urbana approvato nel 2010 e in questi giorni in fase di aggiornamento - prevedendo già all’epoca fattispecie di comportamenti poco civili e relative sanzioni».

A Trieste, gettare a terra un mozzicone di sigaretta o una cartaccia viene già punito con la sanzione di 50 euro (articolo 22). La norma nazionale però, approvata nel dicembre scorso, dispone per questi casi una sanzione minima di 30 euro. Una “pena” più lieve, insomma, che rischia così di mandare un messaggio contrario a quello voluto. La differenza, a favore dei trasgressori, è ancora più eclatante nel caso del chewing gum. «La gomma da masticare gettata a terra non solo sporca, ma lorda la pavimentazione e la rimozione è difficile e costosa. Per questo motivo avevamo previsto, primi in Italia, una sanzione “esemplare”, 500 euro - continua Rovis -. Qualche anno più tardi altri Comuni, fra cui Milano, ci avevano copiato. Ora però la normativa nazionale assimila il chewing gum alla cartina di caramella. Appena 30 euro se colti in flagrante. Un netto peggioramento».

Ma non basta. Dal 2010 a Trieste esiste l’obbligo, per bar e ristoranti di collocare un portacenere all’ingresso del locale. «Così, in aggiunta ai cestini stradali, si è realizzata una diffusione capillare di contenitori per i mozziconi - aggiunge Rovis che è pure un fumatore -. È pertanto inutile e costoso per la casse pubbliche l’articolo 232 bis del governo in cui si pongono obblighi simili ai Comuni. Noi abbiamo già provveduto in modo diverso e più efficace». Ma a far insorgere l’assessore della giunta Dipiazza è il destino delle sanzioni: il 50% delle somme derivanti dalle multe, dice la legge, «è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato a un apposito fondo istituito presso lo Stato di previsione del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e destinato sia all’installazione dei raccoglitori sia alla pubblicità informativa». «Una disposizione prevaricatoria e dannosa per i Comuni - spiega Rovis -. Non si tratta di grosse somme, ma il principio che l’azione virtuosa di controllo e sanzione della nostra polizia locale produca introiti a Roma anziché per il nostro Comune, per essere investiti in servizi ai triestini, è inaccettabile. Auspico che la Regione, a statuto speciale, intervenga a difesa dell’autonomia degli enti locali».

La morale, secondo Rovis, è sempre quella. «Si emanano norme per sopperire alle mancanze dei Comuni amministrati male. Ma a pagare le conseguenze, alla fine, sono le città virtuose come Trieste. Una logica arcaica che un governo che si definisce innovatore dovrebbe rottamare definitivamente». Un messaggio indirizzato anche al vicepremier Angelino Alfano, leader di Ncd (partito di Rovis), che a Roma governa con il Pd di Renzi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori