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Fvg, il centrodestra a pezzi fa vincere la grillina

Forza Italia, Ncd e Autonomia responsabile litigano. E Dal Zovo si aggiudica a sorpresa la presidenza del Comitato di controllo

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Ilaria Dal Zovo 

TRIESTE. Due aspiranti papa usciti entrambi cardinali: Elio De Anna (Fi) e Valter Santarossa (Ar) restano battuti nella corsa alla presidenza del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione. Inaspettatamente la poltrona se l’aggiudica Ilaria Dal Zovo (M55), in una giornata da psicodramma per il centrodestra, con conseguenze anche nella maggioranza, che vede in precedenza la riconferma dei vertici delle sei commissioni consiliari: Liva, Gratton, Rotelli, Boem, Martines e Codega. La riunione per il rinnovo della guida del Comitato si apre con la richiesta di Alessandro Colautti al centrosinistra: «Rispettate la costituzione materiale, senza intromettervi nel voto». Diego Moretti, Franco Codega, Renzo Liva ed Emiliano Edera scelgono l’astensione, come d’altronde preannunciato. È Stefano Pustetto a rompere la consuetudine, annunciando il voto in assenza di un candidato delle opposizioni. Di dieci componenti del Comitato, sono quindi sei a depositare la scheda nell’urna. La tensione è marcata, preceduta da fitte conversazioni nel corso della mattinata fra esponenti del centrodestra.

Tutto inutile. Nella prima votazione, appare subito chiara la sconfitta di Forza Italia: due voti per Dal Zovo (il suo e quello di Pustetto), due per Santarossa (il suo e quello di Colautti), uno per De Anna e Mara Piccin, che indica sé stessa in mancanza di un candidato unitario. Nel ballottaggio fra M5s e Ar è Dal Zovo a spuntarla: i suffragi per Santarossa restano gli stessi, compare una scheda bianca (rivendicata da De Anna) e il voto di Piccin si sposta con ogni probabilità sul M5s.

Scelta apparentemente incomprensibile, che qualcuno spiega come un messaggio interno al mondo pordenonese, dove il M5s è dato in vantaggio sul centrodestra al primo turno delle elezioni e dove urge dunque un chiarimento politico. Dal Zovo è contentissima: «Un risultato inaspettato. Ora porteremo avanti le missioni valutative da chiudere e le nuove che arriveranno. Di lavoro ce n’è tanto». Una giornata nera per il centrodestra. Dove tutti attaccano l’intromissione di Pustetto, ma dove il clima è da notte dei lunghi coltelli. Alessandro Colautti (Ncd) spiega d’aver «sostenuto Santarossa, seguendo la logica della staffetta. Assistiamo alla totale mancanza di leadership in Forza Italia, uscita massacrata da questa vicenda, dopo essersi sottratta al confronto. Da ora si lavora su schemi politici nuovi». In Ar Giuseppe Sibau parla di «disastro», mentre Renzo Tondo sottolinea «il fatto politico più grave: Fi ha preferito la scheda bianca al candidato del centrodestra al ballottaggio».

La reazione forzista è rabbiosa, con De Anna che si dimette immediatamente dal Comitato e il capogruppo Riccardo Riccardi che vede «aprirsi un fronte che durerà a lungo. La sconfitta è evidente, ma il vero centrodestra è quello di Fi, Lega e Fdi». Poi la botta ai leader alleati: «Tondo deve capire che non è più governatore e non può dare ordini: è stato eletto coi voti di tutto il centro-destra e dovrebbe mediare. Quanto a Colautti, ci ha garantito che avrebbe sostenuto De Anna». Anche la coordinatrice di Fi, Sandra Savino, attacca Colautti: «Chi non mantiene la parola si squalifica da solo». Bruno Marini pensa a Trieste: «Se non cambiamo registro, al ballottaggio per il sindaco ci andrà il M5s, come qui oggi. Un pensiero inoltre alla nostra dipendente che perderà il suo lavoro». Tensioni si registrano anche nel centrosinistra. Per Diego Moretti, «il voto di Pustetto apre un problema politico nella maggioranza, che Sel dovrà risolvere». Giulio Lauri (Sel) ritiene che «quello di Pustetto è un malessere legato alla riforma della sanità: ha fatto una scelta di voto personale, che avevo chiesto di evitare». Si annuncia un Natale di lunghe digestioni.

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