MONFALCONE Uno sfoglia il calendario e si accorge che tra undici giorni è Capodanno. Poi fa due passi in via Boito, osserva che il rudere è ancora lì, col suo aspetto sempre più disfatto, e si ricorda che entro il 31 dicembre (annuncio post ferragostano del sindaco) sarebbe dovuto venire giù come un castello di sabbia. Per San Silvestro, invece, non si è proprio riusciti a farcela.
Ma per Carnevale - e non si tratta di una boutade o di uno scherzo - ci sono buone possibilità che l’ex discoteca Hippodrome, o meglio il suo scheletro di cemento armato, pesantemente cannibalizzato dagli agenti atmosferici, scompaia in via definitiva da questo mondo.
Carta canta. E difatti giovedì 17 dicembre «la società Immobiliare 5 Stelle ha presentato la richiesta di autorizzazione paesaggistica per l’abbattimento dell’edificio esistente». Lo rende noto l’assessore all’Urbanistica Massimo Schiavo, precisando che la competenza in materia è regionale, considerata la volumetria in questione. E vista anche l’alternativa, si immagina che l’autorizzazione regionale non riserverà sorprese.
«Entro 60 giorni - prosegue - il procedimento deve concludersi per legge e poi la proprietà potrà presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività, ndr) per avviare i suoi lavori». Come spiega Schiavo, lo scorso ottobre l’amministrazione ha stipulato con l’Immobiliare 5 stelle di Castelfranco Veneto un protocollo d’intesa con il quale la ditta «si è impegnata a demolire il fabbricato entro 60 giorni dalla data di efficacia del titolo edilizio». La Scia appunto.
Parallelo a questo iter e autonomo rispetto ad esso, la società presenterà un nuovo piano attuativo (cosiddetto Pac) con un massimo di volumetria pari a 30mila metri cubi. «Così riducendo - sottolinea l’assessore Schiavo - quella invece prevista in astratto dal vigente strumento urbanistico e pari a 40mila metri cubi».
La destinazione del futuro immobile, che sorgerà solo quando la società vorrà concretizzare il suo Pac, è comunque quella commerciale, anche se al momento l’ente locale non è tecnicamente al corrente di cosa dovrebbe spuntare in via Boito, ovverosia non sa quale tipo di punto vendita si insedierà.
«L’auspicio è che i cantieri partano presto - spiega Schiavo - perché non sarebbe bello neanche vedere i resti del rudere demolito permanere nella zona: la società ha sempre sostenuto di voler costruire il complesso e nel frattempo sono trascorsi svariati anni, ma se non vi fosse quest’intenzione non credo avrebbe disposto l’abbattimento dell’edificio».
Di demolizioni, infatti, si parla almeno dal 2010. Ma ora si è arrivati al dunque. In ogni caso, il «piano stesso dovrà tener conto della mutata viabilità lungo via Boito, con l’obbligo di svolta a destra sia per l’ingresso che per l’uscita dei mezzi». «Potrà essere consentita una deroga - conclude l’assessore all’Urbanistica - solo in attesa che sia completata la viabilità con la rotatoria di viale San Marco».
Anche stando al sindaco Silvia Altran, la «proprietà potrà eseguire le opere una volta che disporrà dell’autorizzazione paesaggistica», in ogni caso «gli uffici comunali monitorano la situazione». Quanto al Pac, seguiranno i tempi tecnici dell’adozione e approvazione da parte dell’amministrazione.
Nel frattempo l’ex Hippodrome, anche ieri, è apparso in tutta la sua fatiscenza, circondato dalle solite bottiglie di birra, cartoni e borse di plastica. Neppure i murales fioriti quest’anno sul lato prospicente il Lidl sono serviti ad abbellirlo, con buona pace dell’ignoto autore che attraverso lo spray ha riprodotto “Il bacio” di Klimt, denotando un certo retaggio artistico.
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