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Il centrodestra scarica Dipiazza alfaniano

L’abbraccio con il ministro fa infuriare Lega, Forza Italia e Fdi: «Mai con Ndc». L’ex sindaco: «Ho solo salutato un amico»

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L'abbraccio tra Angelino Alfano e Roberto Dipiazza davanti alla Prefettura (Lasorte) 

TRIESTE L’appoggio di Ncd a Roberto Dipiazza scardina i già delicati equilibri del centrodestra. L’alleanza nella coalizione, in vista delle elezioni comunali del prossimo anno, si fa ora sempre più difficile. In salita con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Impossibile con la Lega Nord.

Dipiazza, se si esclude Franco Bandelli di Un’Altra Trieste, ha fatto arrabbiare tutti. La deputata forzista Sandra Savino la prende con una battuta: «Ha iniziato con Passera, poi con Tosi e adesso va con Alfano. Gli manca solo Fini e siamo a posto». Poi si fa seria: «Mi dissocio da questo suo “io”, si dovrebbe lavorare per il “noi”, non per sé».

Su tutte le furie il collega di partito Everest Bertoli, capogruppo in Comune. «I partiti che sostengono il governo nazionale, Pd e Ncd, fino a ieri avevano un candidato sindaco, cioè Roberto Cosolini. Ora ne hanno messo un altro in campo: Dipiazza. Alfano, che ci ha riempito la città di profughi, non ci può dare lezioni su chi sarà il miglior candidato del centrodestra».

Sulla stessa linea Fratelli d’Italia. Claudio Giacomelli non digerisce affatto l’endorsement del ministro dell’Interno: «Dipiazza si è fatto presentare da Alfano – rileva il consigliere comunale – un ministro del governo Renzi, quello a cui compete l’immigrazione. Tema su cui FdI è in conflitto totale con Pd e Ncd. Fosse sindaco, Dipiazza avallerebbe le loro politiche? Dipiazza sta con noi o con Renzi e Alfano?». Pure la Lega chiude la porta a Ncd e, di riflesso, a un’ipotesi di patto elettorale con l’ex sindaco. «Mai con Alfano, ministro dell’Invasione, e stampella del Pd» dichiara il candidato sindaco del Carroccio Pierpaolo Roberti. «Si è svenduto per fare da stampella al Pd, è venuto meno al patto con le forze politiche di centrodestra». Ancora più duro il deputato Massimiliano Fedriga. «O si sta con la Lega o con Alfano – attacca – non siamo disposti a fare accozzaglie per poltrone. Non ci si può alleare con il ministro dell’Invasione che ha ridotto Trieste in questo stato. Chi sta con Alfano è contro i triestini». Dipiazza non si scompone: «Sono andato a salutare un amico, non ho fatto un accordo elettorale. Gli accordi sono un’altra cosa e li faccio, come ho già detto, con chi ci sta».

Dipiazza è dunque isolato da Fi, FdI e Lega. A tendergli la mano è l’amico, poi nemico, poi di nuovo amico, Franco Bandelli: «Per quanto mi riguarda, come Un’Altra Trieste è da un anno a questa parte che abbiamo dettato la ricetta per unificare il centrodestra. E questa ricetta prevede un candidato unitario che si chiama Dipiazza e possibilmente con una lista unica. Alla mia proposta si sono via via allineati figure come Giulio Camber e, sul piano nazionale, Quagliariello, Tosi e Alfano. Ma ora c’è chi, come Savino e la Lega, pensano di vincere le elezioni escludendo». «Chi lo fa – rincara – se ne assume la responsabilità, da adesso a giugno 2015. Le sconfitte degli ultimi anni non sono servite a nulla?».

La due giorni del responsabile del Viminale in Fvg ha riservato un’altra sorpresa: il ministro, dopo l’abbraccio con Dipiazza, si è incontrato con i vertici della Slovenska Skupnost, espressione della comunità slovena, alleato Pd.

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