Profughi al Silos di Trieste, via al nuovo sgombero
Iniziati i trasferimenti di 45 richiedenti asilo. Previsto il trasloco in altre comunità d’accoglienza del Friuli Venezia Giulia

TRIESTE Parte lo sgombero “tris” del Silos di Trieste. Quarantacinque profughi accampati nell’enorme capannone che si trova a fianco della Stazione ferroviaria saranno spostati nelle prossime ore in varie strutture di accoglienza del Friuli Venezia Giulia. L’operazione, che ha visto il coinvolgimento di Prefettura, Regione e Comune, è iniziata giovedì. Le istituzioni in campo hanno deciso di accelerare le procedure di trasferimento in seguito alla gravità della situazione che si è venuta a creare negli ultimi giorni, documentata dal giornale. È il terzo sgombero che si registra da quest’estate, da quando cioè il Silos è diventato l’unico rifugio possibile per decine e decine afgani e pachistani che via via raggiungevano la città.

Le ondate di arrivi, negli ultimi mesi, non si sono mai arrestate. Secondo l’assessore comunale al Welfare, Laura Famulari, le persone che attualmente bivaccano nell’edificio sono a Trieste da non più di due settimane. Si tratterebbe di un totale di 95 migranti, stando agli ultimi dati aggiornati dell’Ics. Quarantacinque di questi, come detto, troveranno presto alloggio in altri Comuni del Friuli Venezia Giulia. «Per gli altri stiamo lavorando», rileva l’assessore ricordando che nelle ultime settimane «è stata trovata soluzione per 125. Ci stiamo impegnando in ogni modo», assicura.
Nel giro di qualche giorno al Silos dovrebbero restare solo venti “ospiti”, persone appena arrivate e per cui non è stata ancora decisa la destinazione.
L’Ics giovedì ha diramato una nota di chiarimento: «A integrazione di alcune notizie diffuse dalla stampa, in relazione alle presenze a Trieste di richiedenti asilo che non hanno ancora una sistemazione in accoglienza – si legge nel comunicato – si precisa che alla data odierna i richiedenti asilo in questa situazione sono 95 (e non 130), a seguito dell'apertura nelle ultime ore di un rilevante numero di posti in accoglienza diffusa. Il dato su cui si richiama l'attenzione è che le persone senza destinazione sono nella quasi totalità arrivate negli ultimi giorni (ovvero da inizio novembre) e che pertanto l'attesa dell'ingresso in accoglienza è, al momento, abbastanza breve. Pur con le inevitabili difficoltà, il sistema di accoglienza triestino cerca pertanto di rispondere alle esigenze di accoglienza, intervenendo con la maggiore tempestività possibile anche in attesa di auspicabili trasferimenti in altre città, anche fuori regione».
Il Silos ha raggiunto livelli di emergenza finora mai verificati. I migranti dormono in capanne di fortuna, costruite con cartoni e reti metalliche che trovano nei cantieri vicini. I materassi e le coperte che utilizzano sono sudice, con ogni probabilità piene di parassiti. I cumuli di spazzatura intorno alle baracche sono aumentati a dismisura, così come gli escrementi. L’arrivo della bora e del freddo peggiorerebbe ulteriormente le condizioni di vita di queste persone.
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