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Monfalcone, al via il Centro di ricerca sull’amianto

Studi su prevenzione, diagnosi e cura delle malattie asbesto correlate ma anche sull’impatto ambientale dei manufatti

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La cerimonia per la commemorazione delle vittime dell'amianto a Panzano 

MONFALCONE Ci siamo. Il Centro interdipartimentale per lo studio delle malattie amianto-correlate incardinato all’interno dell’Università di Trieste ha tutti i criteri procedurali per poter diventare operativo.

All’appello a questo punto manca la firma congiunta tra il Comune di Monfalcone e l’Ateneo triestino della convenzione, passaggio che avverrà martedì prossimo.

L’ultimo atto è stato quello compiuto dalla giunta, che ha approvato il Protocollo d’intesa con l’ateneo, già deliberato dal Senato accademico, sancendo la collaborazione tra i due enti per finanziare i progetti di ricerca in merito alle nuove cure contro le patologie legate all’esposizione amianto. Il documento ha validità di cinque anni.

L’impegno assunto tra Comune e Ateneo è quello di promuovere la ricerca sia sotto il profilo della prevenzione, sia sul fronte della cura delle malattie da amianto, ma anche in relazione all’aspetto ambientale. Si parla, infatti, di avviare la ricerca epidemiologica e clinica sulla prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie asbesto-correlate, della ricerca di base e preclinica sui meccanismi molecolari della tossicità delle fibre di amianto e di altri particolari.

L’atto prevede, inoltre, un coinvolgimento di enti e istituzioni scientifiche a livello nazionale e internazionale. L’impegno è quello di promuovere la ricerca traslazionale (ossia i trasferimenti immediati delle conoscenze della scienza di base e quella biomedica) sul tema dell’amianto, secondo logiche di rete e sulla scorta di strategie e indirizzi internazionali, nazionali e regionali.

Quindi, la ricerca finalizzata alla valutazione dell’impatto ambientale dei manufatti contenenti amianto. Il Protocollo d’intesa presuppone anche l’avvio di iniziative di divulgazione e di sensibilizzazione, nonchè la collaborazione dell’Ateneo con enti pubblici nazionali e internazionali.

Il tutto a fronte dello stanziamento di 300mila euro, già destinati nell’ambito della manovra di assestamento di bilancio, frutto della transazione con Fincantieri in ordine alla rinuncia del Comune di Monfalcone alla costituzione di parte civile ai processi per l’amianto (140mila euro) e delle multe per le Ztl (160mila euro).

Il sindaco Silvia Altran ha osservato: «La cittadinanza di Monfalcone ha subito, nel corso degli anni, i drammatici effetti dell’esposizione all’amianto in diverse aziende, in particolare nei cantieri navali, ma l’amianto, che è ancora una calamità per il nostro territorio, è stato finora trattato più sul piano giudiziario e ambientale che su quello medico. Per noi, accertata la necessità di riconoscere quanto dovuto alle famiglie di chi purtroppo non c’è più, rimane l’importanza di dare una speranza a chi si ammalerà e a chi sta lottando con la malattia. Per questo - ha concluso il primo cittadino - abbiamo attivato il Protocollo con l’Università, per finanziare progetti di ricerca su nuove cure, mentre contiamo di avere presto positivi sviluppi per quanto riguarda il Crua. Siamo fiduciosi che queste due azioni potranno davvero imprimere una svolta alla vicenda amianto a Monfalcone».

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