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L’arrivo nel golfo di Trieste del feroce Granchio Blu

A Grado pescato un grande esemplare della specie molto invasiva. È la prima “comparsa” nelle nostre acque

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Il granchio blu pescato a Grado 

TRIESTE. È arrivato anche nel Golfo di Trieste il Granchio Reale Blu, nome scientifico Callinectes sapidus, il ferocissimo crostaceo che dalle coste atlantiche americane ha in qualche modo attarversato l’oceano (sembra allo stato larvale tramite le vongole da semina) e ora sta invadendo il Mediterraneo. Grande, robusto e molto aggressivo, questa specie di granchio-killer ha il pregio di essere una vera prelibatezza e di non essere molto pericoloso per gli ecosistemi che invade. Un esemplare di quasi trenta centimetri è finito giovedì nelle reti del peschereccio “Uragano” di Grado, che l’ha tirato su dalla modesta profondità di quattro metri. Anche se il Reale Blu è presente da anni in Grecia e Dalmazia ed è ben conosciuto anche dai pescatori di Venezia e Chioggia, è la prima volta che fa la sua comparsa nel golfo di Trieste.

L’esemplare è stato consegnato a Saul Ciriaco della Riserva Marina di Miramare, che l’ha misurato e analizzato. «Manderemo - spiega Ciriaco - la segnalazione scientifica a Nicola Bettoso dell’Arpa Fvg, con la quale collaboriamo da anni». Il Reale Blu è stato poi consegnato al direttore del Museo di Storia naturale di Trieste, Nicola Bressi.

«Ce l’aspettavamo - commenta Bressi - la notizia dell’arrivo del Granchio Reale Blu del golfo di Trieste era attesa sin dal suo primo insediamento in Mediterraneo». «Si tratta - continua Bressi - di una specie fortemente adattabile, è diffuso sulle coste atlantiche americane dal Canada all’Argentina, in diversi climi e tipi di coste, e può penetrare nelle lagune salmastre e risalendo foci dei fiumi». «Ora - aggiunge il direttore del Museo di Storia naturale - è difficile dire se da noi rimarrà un’abitante raro e occasionale, oppure abituale, quando non problematico e invasivo; di sicuro è un vorace predatore onnivoro, come molti granchi, e ha già dimostrato in altre zone di poter competere negativamente con le specie locali, per esempio la “masineta” e il “granzoporo”». In ogni caso la sua presenza, assieme ad altre specie “aliene” che stanno colonizzando le nostre acque, non è un buon segnale. «Introdurre una specie animale in un nuovo ecosistema - spiega Bressi -, è come mettere una moneta da un euro in un nuovo distributore automatico: la stessa moneta fa uscire prodotti diversi in diversi distributori». La buona notizia è che se dovesse diventare invasivo «almeno si potrà controllarlo con la pesca, visto che le sue carni sono prelibate». La specie, per altro, non è inserita in nessuna parte del mondo tra quelle più pericolose per gli ecosistemi. Anzi, in alcune coste degli Stati Uniti è severamente protetta. «E in alcune zone della Grecia e del Giappone dove, importato, stava moltiplicandosi a dismisura - racconta Bressi - è diventato già raro a causa della pesca intensiva; non ci resta che studiare gli sviluppi ed essere pronti ad intervenire».

Il primo Granchio Reale Blu del golfo di Trieste si trova ora al Civico Aquario Marino di Trieste. Non è ancora visibile al pubblico perché i curatori devono prima verificarne lo stato di salute, ma se il veterinario sancirà che potrà riprendersi dallo choc della cattura, sarà possibile ammirarlo quanto prima.

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