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Trieste, Caburlotto: «Il degrado del Parco di Miramare non esiste»

Il direttore museale non si scusa neanche con la Commissione comunale per aver snobbato ogni incontro: «Ero invitato solo per conoscenza». Poi accusa gli enti locali: "Qualcuno vuole mettere le mani sulla gestione del Castello a scopi elettorali"

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Luca Caburlotto 

TRIESTE «Posso parlare della situazione del Parco, degli elementi di criticità, dei progetti in cantiere e di quelli di futura realizzazione, ma non mi muoverò mai per parlare del preteso degrado, semplicemente perché un degrado di Miramare non esiste». Il direttore del polo museale del Friuli Venezia Giulia, Luca Caburlotto, intervistato dal direttore Walter Chiereghin per l’ultimo numero del mensile “Il Ponte Rosso, non “crede” nel degrado del Parco di Miramare.

Il motivo? Il degrado non esiste, è al massimo un’invenzione della cattiva stampa. «Intendiamoci: un albero che cade e non viene rimosso immediatamente, una moria di piante dovuta a una malattia (come è stato per esempio nel caso delle siepi di bosso che del resto non ha colpito solo a Miramare ma in tutti il territorio nazionale) sono elementi che non fanno piacere a nessuno, e a me per primo, ma rientrano nella fisiologia e non nella patologia di un’area così estesa e complessa. La carenza di personale, il ritardo nel trasferimento dei fondi e la necessità di far fronte a procedure di legge e regole complesse per ogni singola spesa sono concause di alcuni ritardi e carenze della manutenzione, ma nego decisamente che si possa parlare oggi di un degrado del Parco».

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Non chiamatelo degrado, insomma. Quello non esiste, anche se si vede a occhio nudo. È un’illusione ottica. Il direttore del polo museale vede un complotto elettorale. «Io considero che da tempo - spiega nell’intervista a Chiereghin - vi è chi intenderebbe mettere le mani sulla gestione di Miramare che è senz’ombra di dubbio il sito di gran lunga più importante, se non altro sotto il profilo turistico, non solo di Trieste ma dell’intera regione. È comprensibile, se non altro in termini di strategia elettorale, che si intenda trasferire questo patrimonio dallo Stato alla Regione o addirittura al Comune, anche se resterebbe poi da vedere se si riuscisse sa parte degli enti locali mettere in campo risorse e competenze che potrebbero migliorarne la gestione».

Peggio di così è difficile, in ogni caso, da immaginare. E sull’invito disatteso da oltre otto mesi della commissione comunale che si è persino recata a Miramare per incontrare Caburlotto? «Io posso essere chiamato al ministero per un’audizione, ma non ho alcun obbligo di presentarmi su richiesta di un Consiglio comunale, se non come atto di cortesia istituzionale - spiega nell’intervista a “Il Ponte Rosso” -. Quanto al mancato incontro con la commissione comunale, non è stato riportato dalla stampa che a me è stata recapitata soltanto via mail per conoscenza (in “cc”) una convocazione a nome del presidente della commissione stessa Manuel Zerjul rivolta esclusivamente ai componenti e non indirizzata a me. Si è trattato pertanto di una mera informazione che i consiglieri comunali si sarebbero trovati a Miramare, che è cosa ben diversa che chiedere la mia presenza». Per cosa poi? Per un degrado che non c’è. (fa.do.)

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