Trieste, la candidatura di Dipiazza spacca i “camberiani”
Marini lancia l’ex sindaco: «Solo con lui si vince» Spunta l’ipotesi Samer: «Lusingato ma ho troppi impegni»

TRIESTE «La gente mi ferma per strada (sei persone solo venerdì) e mi chiede cosa succede dentro Forza Italia. Sono tutti sconcertati». Il dibattito attorno al candidato sindaco dei centrodestra spacca persino i “camberiani” di stretta osservanza. Il consigliere regionale Bruno Marini, corrente istriana, usa la conferenza stampa del nascituro gruppo Rivolta l’Italia per prendere le distanze dalla coordinatrice azzurra Sandra Savino.
Un’uscita che gli costa 15 euro di caffè al banco del Quattrocontinenti di piazza Unità. «Forza Italia non può isolarsi, deve aprirsi ai movimenti», esordisce correggendo la linea rigida espressa dalla Savino su alleanze e candidature e chiamando in causa il senatore Giulio Camber che conosce da 40 anni, ovvero dal lontano 1975, quando aveva 15 anni ed era studente al Dante.
«Anche se non ha cariche, il senatore Camber rimane il leader naturale del centrodestra. E, se non ricordo male, in un’intervista mai smentita, ha indicato Dipiazza come candidato sindaco parlando dei derby dei Roberti». Non serve altro. «Se ora il senatore Camber e l’onorevole Savino hanno in mente un altro candidato in tasca lo tirino fuori. Altrimenti si colga l’appello del candidato leghista Pierpaolo Roberti per un candidato unitario. È già tardi» aggiunge Marini.
Altri nomi non sono in campo. Circolano indiscrezioni sui nomi dell’imprenditore portuale Enrico Samer o quello della stessa Savino. «Lo escludo. Nessuno mi ha contattato. Ad ogni elezioni salta fuori il mio nome. Mi fa piacere, ma non ho tempo per la politica visti gli impegni di lavoro che mi portano spesso all’estero. Inoltre non credo di essere portato», chiarisce Samer. Al caso suo, piuttosto, potrebbere fare la presidenza della Camera di commercio o del Porto. Ma questa è un’altra storia.
«Non credo che possiamo permetterci di perdere (pausa)... - dice Marini a proposito della candidatura a sindaco di Savino -... perdere il ruolo in Parlamento. Sarebbe una tragedia. Del resto Savino è molto meglio come parlamentare che come coordinatrice regionale di Fi», aggiunge il consigliere regionale. Non sembra un complimento. E il candidato? «Non vedo alternativa a Dipiazza. Non si può dire che sia il nuovo, ma è sicuramente il candidato vincente. Su questo Camber ha sempre avuto fiuto. Un po’ di umiltà non guasterebbe a Dipiazza, ma la sua popolarità non si discute. L’altro giorno non sono riuscito neppure a bere un caffè con tutta la gente che lo fermava».
E quindi? «Dobbiamo renderci conto che Fi non ha il 30%, non è il partito egemone. E se il centrodestra va diviso al voto, regala il ballottaggio al Movimento 5 Stelle», spiega il “politologo” di San Vito. In effetti stavolta c’è il terzo incomodo ( «Il convitato di pietra»). E Savino? Affida a un tweet con foto la sua risposta a Paolo Rovis che l’ha definita “Lady SetteSconfitte”: «A Trieste Forza Italia ha le idee chiare. Qualcun altro non tanto...». Sotto l’immagine del ministro Lorenzin che invita Ncd (partito di Rovis) ad allearsi con il Pd alle amministrative.
Le idee chiare di Fi, non sono quelle dei Fratelli d’Italia. «Non mi risulta, dopo averne parlato con Giorgia Meloni lo scorso week end, che la candidatura a sindaco di Trieste, rientri in una strategia di accordi “nazionali - spiega Fabio Scoccimarro, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia/An -. Il sindaco lo dovremo scegliere in accordo fra le forze giuliane. Ben venga l'accordo con l'amica Sandra e Fi come pure con Massimiliano (Fedriga, ndr) e la Lega, ma dev’essere propedeutico ad un’ intesa che comprenda tutto l’«universo» del centrodestra triestino».
E il candidato? Scoccimarrio insiste con le primarie lanciando una stoccata calcistica all’«ottimo candidato» Dipiazza. «Non vedo perché non indire le “elezioni primarie”. In ogni caso eviterei paragoni sportivi del tipo Milan vs Triestina, infatti sui “social” sono apparsi i video di Triestina Milan 4-3». E c’è poi da stare attenti alla popolarità da marciapiede. «Non darei per scontata una vittoria (porta iella come avvenne con me nel 2006) basandomi sugli attestati di stima, gli “urrah” per la strada, le strette di mano e i “selfie” - conclude Scoccimarro -, perché, se poi passa Francesco Russo del Pd, succede lo stesso». Il buon Marini, insomma, avrebbe problemi a prendere un caffè anche con il senatore del Pd...
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