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Monfalcone, il nodo permessi sull’accordo Fincantieri

L’azienda vuole ridiscutere le ore retribuite. Vertice di Fim e Uilm, oggi sciopera la Fiom

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Uno sciopero allo stabilimento Fincantieri (Foto Katia Bonaventura) 

MONFALCONE Primo tentativo di ripresa del confronto tra sindacati e azienda, non è rottura ma impasse certamente. Fincantieri e i coordinatori nazionali della cantieristica hanno provato a riparlarsi ieri a Roma sul rinnovo dell’integrativo dopo mesi di silenzio, ma le difficoltà si sono ripresentate e il percorso è tornato in salita.

Nodo del contendere, oltre ai premi bloccati, la richiesta dell’azienda di rinegoziare i permessi retribuiti e in particolare la parte che riguarda il «contributo non retribuito da parte dei lavoratori» che dovrebbe essere di circa 30 minuti al giorno.

Una richiesta che ha fatto irrigidire non solo la Fiom che è sul piede di guerra e che oggi farà scattare le prime 4 ore di sciopero in tutti i cantieri italiani. Ma anche le altre sigle sindacali, Fim e Uilm che si sono dette assieme alla Fiom «indisponibili» a discutere su questo. Ieri sera, dopo l’incontro, i nazionali si sono riuniti con le rappresentanze dei singoli cantieri. Stamane mentre la Fiom farà sciopero Fim e Uilm riuniranno nuovamente i coordinamenti a Roma e non è escluso che anche da parte di queste due sigle sindacali siano varate agitazioni o nuovi scioperi che si aggiungeranno a quelli Fiom.

Una situazione di grande incertezza che riguarda i cantieri di tutta Italia ma in particolare quelli più impegnati con le commesse e che hanno carichi straordinari di lavoro con le navi da crociera, ovvero Monfalcone e Marghera.

Una situazione positiva ma al tempo stesso un momento assai delicato per l’azienda che ha chiesto a più riprese al sindacato “senso di responsabilità” in un panorama nel quale il mercato è completamente cambiato e la competizione è ai massimi livelli.

Una situazione che aveva spinto la stessa azienda a premere sull’acceleratore della competitività prendendo spunto da quanto fatto, tempo addietro, nel cantiere del principale concorrente, i tedeschi di Meyer Werft, dove è stato siglato un “patto per l’occupazione e l’innovazione” e che prevede appunto un contributo dei lavoratori al piano di risparmio.

Ma già a marzo scorso sia Fim che Uilm avevano ribadito l’indisponibilità a discutere dei permessi retribuiti puntando piuttosto ad aperture sul fronte della flessibilità. Altro punto della discussione, che trova unite le sigle sindacali, la questione degli appalti esterni «che devono diminuire». Una richiesta ribadita dalla Fiom che oggi sia a Monfalcone che negli altri cantieri ha proclamato 4 ore si sciopero.

Si tratta della prima tranche di un pacchetto che, dopo questo primo stop nazionale, è stato affidato ai singoli cantieri che lo utilizzeranno in maniera autonoma. I metalmeccanici della Cgil che erano pessimisti su una ripresa del dialogo, chiedono all’azienda un «atteggiamento diverso» da quello mantenuto sinora, e ieri hanno inutilmente avanzato la richiesta di riattivare il premio di risultato sospeso lo scorso inverno e che ha provocato un abbassamento del livello salariale dei lavoratori.

Un sistema “premiale” al quale la Fincantieri, è stato ribadito ieri ai coordinatori nazionali, non vuole più tornare perchè si vogliono utilizzare altri sistemi di incentivazione e flessibilità chiedendo la disponibilità ai lavoratori di rimettere in discussione altre parti del contratto come appunto i permessi retribuiti.

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