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Voto a Trieste, torna Dipiazza: «Ho deciso, io ci sono»

L’ex primo cittadino pronto a rientrare in scena come candidato sindaco per le comunali 2016. Ma resta il rebus su coalizione e alleanze. «Primarie? Sono nato leader. Sarebbe come fare giocare il Milan con la Triestina»

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TRIESTE «Io ci sono». Roberto Dipiazza, consigliere regionale di Autonomia responsabile, scioglie quasi del tutto le riserve sulla sua candidatura a sindaco di Trieste. «Io ho anche deciso, ma...» si lascia scappare confermando la disponibilità a tornare a guidare per la terza volta il Municipio. Un imperativo categorico. «Punto a essere il sindaco di Trieste metropolitana» aveva mandato a dire in una recente intervista sul tema del momento. Qualche giorno prima aveva addirittura messo la sua firma sulla petizione per Trieste Metropolitana. A domicilio, di fronte uno dei tanti tramonti sul golfo che si gode dalla sua abitazione. Il “piazzista” Francesco Russo (senatore Pd), infatti, pur di avere la sua firma, si è persino arrampicato sopra Grignano. «Non parlerò mai di Cosolini, né di quello che ha fatto o non ha fatto. Alla gente dirò solo quello che voglio fare io nei prossimi cinque anni da sindaco».

L’ultima risposta di Dipiazza in quell’intervista era parsa a tutti come un avviso di candidatura. Che però resta ancora al condizionale. «Ho detto che se dovessi candidarmi, mi farebbe piacere essere il sindaco della città metropolitana». Se dovessi. Ovvio. Eccetera, eccetera. «Sento che posso dare ancora molto a questa città. Non chiedo una strada in discesa per la mia candidatura, ma almeno dritta senza troppe curve. È stato Illy ha inserire Trieste tra le 13 città metropolitane italiane con una legge dello Stato. E visto che sono stato per 10 anni il sindaco di un Comune, vorrei fare il sindaco di una città metropolitana. Trieste è una capitale naturale, una città porto, tra Venezia, Vienna, Lubiana e Zagabria».

Dio c’è. Dipiazza pure. E il centrodestra? «Mi pare che non ci sia più un unico centrodestra e neppure un unico centrosinistra. Il che non è necessariamente un male» spiega Paolo Rovis (Trieste Popolare), che tifa per il ritorno in piazza di “Dipi”e ha pure messo in campo la pagina Facebook “Dipiazza Sindaco Trieste 2016”. Trieste Popolare (Rovis e Roberto Antonione) fa asse da tempo con Un’Altra Trieste di Franco Bandelli. «Dipiazza è l’unico candidato in grado di raccogliere, non dico unire, i pezzi sparsi del centrodestra. Anche se ho il massimo rispetto per Roberti (il candidato della Lega, ndr)» spiega Bandelli che, nonostante la cacciata dalla giunta del 2009, è pronto a tornare a lavorare fianco a fianco con Dipiazza.

I problemi sono tutti nell’altro centrodestra quello costituito sullo strano asse nazionale formato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Un’alleanza che a Trieste ha la benedizione di un certo Giulio Camber che però fa il tifo per un derby tra Roberti (Dipiazza e Cosolini). Qui sulla candidatura dell’ex sindaco di centrodestra non c’è chiarezza. La Lega è in campo da nove mesi con la candidatura solitaria del giovane segretario Roberti. E Forza Italia? «Giovedì prossimo mi vedo con Berlusconi e poi vi faccio sapere» aveva annunciato ai primi di settembre Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia. Poi Silvio, come spesso capita, ha disdetto l’appuntamento per fare un giro in Crimea con Putin.

«Parlate con Lauri (consigliere regionale di Sel)», dice ora seccata la Savino. Solo che Giulio Lauri sostiene la ricandidatura di Roberto Cosolini addirittura da prima del Pd. Non restano che i Fratelli d’Italia, che chiedono a gran voce le primarie proprio ora che i dem le hanno abbandonate. «Con Dipiazza - spiega il coordinatore Fvg di Fratelli d'Italia Fabio Scoccimarro - sono legato da un rapporto di forte stima ed amicizia. Con Roberti, ma soprattutto con Massimiliano Fedriga mi lega un rapporto di stima, amicizia e collaborazione. Stessa stima, amicizia e condivisione con la mia “omologa” Savino. Considerato tutto ciò, non vedo cosa ostacolerebbe un’eventuale corsa alle primarie dei candidati del centrodestra, sarebbe un buon inizio di campagna elettorale».

Primarie? «Io non sono un uomo da primarie. Sono nato leader. Sono diventato sindaco e basta. Sarebbe come mettere il Milan a giocare con la Triestina. E chiedersi chi vincerà. Siamo seri» ribatte Dipiazza che non vuole umiliare il giovane Roberti (potrebbe, magari, farsi le ossa, come vicesindaco). Intanto in rete fioccano scommesse sulla candidatura di Dipiazza. Data ormai per certa. Soprattutto dopo l’outing di Camber. E un branzino diviso con Savino e Piero Tononi. Una cena di cui tutti parlano, ma che nessuno conferma.

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