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Trieste, saldi a rilento, sos dei negozianti

I commercianti tirano le somme e chiedono di disciplinare il periodo evitando promozioni ravvicinate

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Clienti in un negozio del centro 

TRIESTE Parlare di flop potrebbe forse essere eccessivo. Ma, quando è giunto il momento di tirare le somme, i risultati, da quanto emerge sul campo, sono stati ancora una volta inferiori alle aspettative. I saldi estivi, partiti in città a inizio luglio e che si concluderanno al massimo il 30 settembre, sono destinati ad andare in archivio senza particolari sussulti.

Più o meno in linea con la scorsa stagione, che già di per sé non aveva regalato grosse soddisfazioni ai commercianti triestini. Sulle vetrine dei negozi passano ormai quasi inosservate le scritte con sconti e ribassi sulla merce, che partono dal 20 fino a toccare in alcuni casi il 70 per cento. Ma i clienti a quanto pare non si scompongono più di tanto. Se nei primi giorni la possibilità di acquistare i prodotti scontati aveva stuzzicato la curiosità e l’appetito di triestini e turisti a caccia del classico affare di fine stagione, con il passare delle settimane il trend è calato vistosamente, tanto che negli ultimi giorni sono stati in pochi a uscire dai negozi con pacchetti e confezioni regalo.

Al di là della crisi che non è stata ancora superata, secondo i commercianti locali la causa è dovuta a un mix di situazioni, tra cui lo stesso meccanismo dei saldi che andrebbe rivisto. «Quest’anno a influire negativamente è stato anche il gran caldo che ha tenuto lontani i clienti dal centro cittadino e di conseguenza anche dai negozi - osserva Alberto Giorgi di “Robe di Kappa” -. In secondo luogo è evidente che servirebbe delineare un periodo di durata regolare dei saldi che possa garantire quello che è il significato originale dell’iniziativa che non può certo partire a inizio stagione». Concetti ripresi un po’ da tutti i commercianti. Secondo i titolari di “McGregor” e “Tosca Blu”: «È assolutamente necessario regolamentare il periodo dei saldi e separarlo da quelle che sono le promozioni che spesso vengono effettuate quasi in concomitanza provocando una confusione generale. In ogni caso bisogna distinguere tra i diversi settori: l’abbigliamento ad esempio ha sofferto di più, meglio invece i negozi di accessori». Resta comunque il fatto che la capacità di spesa rimane ancora limitata. «C’è stata una discreta partenza nei primi giorni di luglio, poi il flusso di acquirenti è via via calato: la crisi insomma non è ancora alle spalle» fanno sapere da “La Nouvelle” calzature, mentre per i titolari di “Corner” abbigliamento: «Si puntava molto sui turisti, ma anche loro ormai spendono quello che possono. Più che sul periodo dei saldi bisognerebbe intervenire sulla mentalità della gente».

C’è anche chi si ricollega al Piano del Traffico: «Non si possono applicare le pedonalizzazioni a singhiozzo, altrimenti i turisti restano disorientati - afferma Fabrizio Zarotti di “Bora Nera” -. La soluzione ottimale rimane quella del ring cittadino». A tirare le fila ci pensa Franco Rigutti, vicepresidente vicario Confcommercio: «Precisiamo che i saldi non hanno perso il loro significato ma anzi rimangono un momento importante per il commercio. Il problema è che bisogna regolamentare il tutto, mantenendo delle date precise ed evitando le promozioni ravvicinate che vanno a destabilizzare l’intero sistema».

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