A Trieste terziario in ripresa, l’occupazione risale
Dopo quasi tre anni in calo, primi segnali positivi nel trimestre iniziale del 2015. Dati confortanti anche su ricavi e fiducia

TRIESTE L’occupazione nel mondo del terziario triestino segna un primo passo importante sulla via della ripresa. L’inversione del trend emerge dall’indagine trimestrale che Confcommercio commissiona a Format Research: i dati, questa volta, sono quelli dei primi tre mesi del 2015. La tendenza sul numero di addetti nelle imprese intervistate cambia rotta a distanza di quasi tre anni dall’inizio (segnatamente dal secondo trimestre del 2012) di quello che è stato un percorso in caduta sostanzialmente senza soluzione di continuità, ad eccezione del picco in partenza di 2014, a sua volta seguito da una “freccia” ripetutamente rivolta verso il basso. Sino all’avvio del nuovo anno.
L’occupazione Delle 384 imprese interpellate, per il 34,2% si parla di situazione positiva fra gennaio e marzo: è il risultato del saldo che, nel metodo di ricerca in questione, si ottiene dalla somma della percentuale di intervistati che hanno riferito di un incremento della forza lavoro e della metà della percentuale di quanti invece non hanno registrato alcuna variazione. Nel caso specifico: il 3,1% delle realtà economiche del campione contattato hanno provveduto a rafforzare il numero dei dipendenti, per il 62,2% la situazione è rimasta immutata. Ergo, 3,1% più 31,1% (cioè 62,2% diviso due) dà il 34,2% che rappresenta il saldo, finalmente di nuovo in crescita. A completamento, c’è quel 34,7% che identifica la fetta di terziario che ha dovuto scegliere di diminuire l’occupazione nella propria attività. Nell’ultimo trimestre del 2014, era stato il 36,3%.
La previsione per gli esiti relativi alla seconda parte (da aprile a giugno) d’anno è ulteriormente confortante: si prospetta infatti un 35,1% di saldo positivo.

Jobs Act A contribuire in qualche misura alla definizione di questo scenario in ripresa, sebbene i numeri siano ancora oggettivamente contenuti, c’è un aspetto che viene messo in evidenza nel report: il 4% delle imprese ha infatti utilizzato le novità del “Jobs Act” per assumere (evidentemente, trattandosi di percentuale superiore al 3,1% che ha allargato la “squadra”, c’è anche chi ha inserito effettivi e nel contempo ne ha visti altri in uscita, andando così in pari). Secondo il 33,3% dei contattati, gli effetti della riforma del lavoro determineranno un incremento degli occupati, mentre per il 29% vi saranno difficoltà nelle assunzioni con contratti flessibili e il 10,4% ha risposto che sarà più facile aggiungere alla propria compagine lavoratori a tempo indeterminato. «Il Jobs Act - osserva il presidente della Confcommercio provinciale, Antonio Paoletti -, almeno sin qui, si è rivelato uno strumento piuttosto utilizzato dalle imprese triestine del terziario». Il numero uno dell’associazione di categoria allarga, in merito, l’orizzonte temporale e fa sapere che «da gennaio alla prima settimana di luglio, solo i nostri uffici di consulenza del lavoro hanno formalizzato 156 assunzioni, di cui 69 (il 44%) usufruendo dello sgravio contributivo triennale previsto appunto dal Jobs Act».
La fiducia A riprova di come il vento sembri davvero cambiato, vi è un livello di fiducia da parte dei professionisti del settore che non si toccava almeno dal 2011. La fotografia dell’andamento del mondo del terziario triestino, scattata dalla consueta indagine a campione fra 384 imprese (90 attive nell’area del turismo, 109 nei servizi, 92 nel commercio all’ingrosso e 93 in quello al dettaglio), immortala un 31,7% che vede una situazione economica generale del Paese non peggiorata a inizio 2015 rispetto alla fine del 2014. Per il 4% è migliorata, per il 55,3% è restata immutata: il risultato complessivo è frutto dello stesso sistema di calcolo impiegato per l’occupazione. Un anno prima, si era al 21,6% mentre per il secondo trimestre 2015 la proiezione dice 32,6%. Notizie addirittura migliori dal discorso sull’andamento economico della propria impresa: il 13,8% ha garantito di aver fatto affari più soddisfacenti dei tre mesi precedenti, per il 57,3% c’è stata stabilità e per il 28,9% rimanente le cose sono andate in peggioramento. Il saldo è del 42,4%, mai così alto dalla fine del 2011 e con un 44,9% annunciato per la seconda fetta dell’anno in corso.
Gli affari Infine, i ricavi: si è, anche qui, tornati a livelli che - studi dell’Osservatorio alla mano - non erano tali dalla metà del 2012. Il saldo è pari al 36,7%, dodici mesi prima era al 31,3%, a fine 2013 al 29,5%. Il 5,6% delle imprese coinvolte nelle interviste telefoniche (con questionario strutturato, completate fra il 6 e il 17 aprile scorsi) ha risposto di aver visto un miglioramento, il 62,2% non ha notato cambiamenti, il 32,2% sì ma in negativo.
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