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Gorizia, scatta l’allarme «Profughi subito via da quell’isolotto: annegheranno nell’Isonzo»

Prefettura, Comune e forze dell’ordine in stato d’allerta per far sgomberare i richiedenti dal tratto del fiume esposto alle piene. Una lettera a Serracchiani

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Il percorso creato con le pietre per arrivare sull'Isonzo (Bumbaca) 

GORIZIA «Saranno disposti maggiori controlli. È chiaro che lì non possono stare. È pericoloso». La Prefettura, attraverso il viceprefetto vicario Gloria Allegretto, fa sapere che l’attenzione è e continuerà ad essere massima relativamente ai nuovi accampamenti di richiedenti-asilo comparsi sull’Isonzo: non più sulle rive del fiume ma sull’isolotto che è più esposto a eventuali ondate di piena causate dalle abbondanti precipitazioni o da rilasci improvvisi d’acqua da parte della diga di Salcano.

Il nostro servizio di ieri è stato letto con attenzione e apprensione delle autorità competenti anche perché le previsioni del tempo sembrano promettere nulla di buono. «È un problema che non sottovalutiamo e non sottovaluteremo», promette Allegretto. Che aggiunge: «Confermo che altri 27 immigrati verranno trasferiti altrove, a Trento nella fattispecie. Succederà domani (oggi, ndr) o dopodomani». Saliranno così a 152 i richiedenti-asilo “goriziani” smistati fra Bologna, Bresso e Trento: un numero notevole che, però, non è sufficiente alla luce del fatto che sono sempre meno le strutture disponibili dopo la chiusura della convenzione con l’hotel Internazionale e la riduzione della capienza del Nazareno.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Profughi tornati sull’Isonzo: accampati su un isolotto]]

Il nostro reportage non è passato inosservato nemmeno all’occhio attento del sindaco Ettore Romoli che invierà nelle prossime ore una lettera circostanziata alla Prefettura, alla Questura e alla Procura della Repubblica. «Cosa ci scriverò? Semplice. Riprenderò i contenuti del vostro servizio di ieri che mette, giustamente, in evidenza la grave pericolosità della situazione soprattutto alla luce delle previsioni del tempo che parlano di abbondanti precipitazioni nelle zone montane. Di fronte ad una simile ondata di maltempo, potrebbero esserci improvvise aperture della diga con immaginabili e tragiche conseguenze per coloro che hanno “colonizzato” l’isolotto».

Nella missiva, insomma, il primo cittadino lancerà un messaggio molto chiaro: «Sulle rive dell’Isonzo, e tantomeno sull’isolotto, i profughi non possono restare. Viene messa a repentaglio la loro sicurezza, se non addirittura la loro sopravvivenza. Che fare? È necessario che si proceda con estrema rapidità a spostare i richiedenti-asilo in altre zone del territorio regionale: aree in cui esistano condizioni di sicurezza e possibilità di accoglienza che Gorizia non è più in grado di assicurare dopo la chiusura della convenzione con l’Internazionale e il ridimensionamento della capienza del Nazareno», la conclusione di Romoli.

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