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Gli sci Elan sono yankee e parlano russo

La Holding di Stato cede il 100% della società a Bank of America Merrill Lynch e a un fondo moscovita

2 minuti di lettura
Gli sci Elan si fecero conoscere nel mondo negli anni Settanta, con i trionfi di Ingemar Stenmark 

LUBIANA. Un altro gioiello dell’industria slovena passa in mani straniere. Stiamo parlando della Elan, famosa per i suoi sci che furono portati nell’olimpo del circo bianco dai trionfi dello svedese Ingemar Stenmark che sotto gli scarponi aveva proprio gli sci sloveni. I proprietari attuali della Elan, infatti, con in testa l’azionista di maggioranza che è la Holding di Stato della Slovenia (Sdh) (gestisce i beni statali ndr.) hanno sottoscritto l’accordo per la cessione del 100% del pacchetto azionario alla Bank of America Merrill Lynch e alla Wiltan Enterprises.

Wiltan Enterprises, che è nelle mani del fondo russo di capitali a rischio VR Capital, società registrata a Cipro, avrà il 95,1% delle azioni mentre a Merrill Lynch andrà il 4,9%. Il presidente del consiglio di amministrazione della Sdh, Matej Pirc ha dichiarato a Rtv Slovenija che la holding con la cessione delle azioni ha voluto sanare la situazione che si era venuta a creare con la “sentenza” della Commissione europea che ha imposto la restituzione della Elan dei 12 milioni di euro avuti dallo Stato sloveno perché considerati “aiuti di Stato” assolutamente proibiti nell’Ue. I fatti risalgono all’ormai lontano 2008, ma da quella volta la Elan non è più riuscita a risollevare la testa.

La Holding di Stato non dà altre informazioni relativamente alla vendita se non quella che i nuovi proprietari si sono impegnati a sanare la restituzione dei 12 milioni di euro di aiuto di Stato. Ma ci sono anche altre condizioni che la Sdh avrebbe imposto agli acquirenti che peraltro avrebbero accettato. Si tratta del non trascurabile rispetto del contratto collettivo di lavoro e di altri accordi a carattere sociale tra azienda (Elan) e lavoratori della stessa. Ma anche lo sviluppo della sede slovena dell’azienda (a Begunje vicino a Bled), l’assicurazione di mettere in atto una politica di sviluppo, per migliorare il volume d’affari e quindi il portafoglio ordini. E, udite udite, anche il mantenimento della lingua slovena negli accordi con la forza lavoro.

Fonti del cda di Elan confermano di aver già avuto contatti con gli acquirenti ai quali hanno anche presentato un piano di sviluppo in cui sono indicate con precisione le strategie di mercato che dovrebbero garantire all’azienda sviluppo e nuovi ordinativi. Da rilevare che lo scorso anno sia la casa madre Elan che le sue affiliate (tra cui la fabbrica di barche a vela da diporto è la più prestigiosa) hanno ricominciato a produrre utili. Anche quest’anno, confermano le fonti del cda di Elan, ci si aspetta un’ulteriore crescita anche se è ancora troppo presto per quantificarla.

La Elan ha attualmente 570 dipendenti e circa 100 agenti commerciali. Il lavoro in tutte le divisioni sta attualmente proseguendo normalmente e si riesce a soddisfare tutte le commesse. Al vertice resta sempre la divisione sci. «Con la vendita alla Merrill Lynch e alla Wiltan Enterprises - spiega la presidente del cda di Elan, Andreja Košir - assicureremo le condizioni per la stabilizzazione della società e dei suoi parametri economici». La Košir si aspetta, infatti, un quadro commerciale operativo più stabile con minori incognite, il che renderebbe possibile attuare i piani di sviluppo e l’aumento di penetrazione sul mercato.

Con la Elan, come dicevamo all’inizio, un altro gioiello dell’economia slovena passa in mani straniere. È già capitato con l’azienda produttrice della birra Laško, acquisita dalla Heineken (all’epoca ci fu quasi una sollevazione popolare), ma anche con l’ultra famosa acqua minerale Radenska che è stata acquistata invece dal gigante del settore bevande analcoliche della Repubblica Ceca, Kofol. Nell’economia globale non c’è assolutamente margine alcuno per le suggestioni nazionaliste.

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