In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Fratelli d’Italia porta la questione a Roma

Scoccimarro: «Meloni ne parlerà con parlamentari e governo». L’Ugl: «Necessarie le forze armate»

2 minuti di lettura

«L’escalation di violenza a Trieste è in crescita preoccupante. Gli ultimi episodi avvenuti in Viale, ai Topolini e all’esterno dell’Ausonia ne sono la testimonianza. C’è un evidente problema sicurezza per questa città che non è più un’isola felice». Fratelli d’Italia e il sindacato Ugl Polizia, in conferenza stampa, puntano il dito sul fenomeno dell’immigrazione fuori controllo e sulle conseguenze che ne derivano in termini di sicurezza. «Abbiamo deciso di sollecitare il presidente nazionale Giorgia Meloni affinché si faccia carico di questo problema con i rappresentanti di Parlamento e Governo - afferma Fabio Scoccimarro, coordinatore regionale Fratelli d’Italia -. C’è una assoluta necessità di presidiare i confini e di dare un supporto alle forze dell’ordine che operano sul territorio, attraverso i reparti dell'esercito altamente addestrati di cui disponiamo su tutto il territorio regionale».

Un problema di mezzi e risorse nella visione del sindacato di Polizia. «Anche se le istituzioni locali continuano a vedere una situazione sotto controllo, la realtà è invece ben diversa - rileva Edoardo Alessio, segretario generale provinciale Ugl Polizia -. Gli episodi di violenza sono in aumento e le statistiche dicono che il 70% dei reati è commesso da cittadini extracomunitari: chiediamo al ministero di attuare anche a Trieste la legge sulle strade sicure inviando dei contingenti di forze armate a presidio del territorio per aumentare la soglia di sicurezza in città. Per quel che ci riguarda dobbiamo sottolineare che mancano mezzi, fondi e personale: togliere risorse alla zona del confine a nord-est significa creare un problema non solo a Trieste ma a livello nazionale». Una questione che deriva dalla mancata attuazione di accordi internazionali per Claudio Giacomelli, segretario provinciale Fratelli d’Italia, che chiede «che l’Italia faccia a Trieste quello che la Francia sta facendo a Ventimiglia. I 4/5 degli immigrati che arrivano in città entrano dai confini via terra con la Slovenia. Ebbene ci sono dei trattati bilaterali firmati vent’anni or sono con una serie di paesi europei, Slovenia compresa, che prevedono che tali Stati si impegnino a riammettere i cittadini entrati in Italia privi delle condizioni legali. È vergognoso che la Slovenia non si riprenda questi immigrati ed è altrettanto vergognoso che l’Italia non faccia nulla per far valere questi accordi. Il confine orientale non deve essere dimenticato: l’immigrazione in Italia non è solo Lampedusa». Dà man forte, via Twitter, l’ex ministro Maurizio Gasparri: «La sicurezza a Trieste è ormai un ricordo, bande di delinquenti provenienti dall’Est Europa hanno fatto piombare la città in un clima di violenza che mai si era registrato. La Serracchiani se ne sarà accorta?».

Risponde Gianfranco Orel del Psi: «Strumentalizzare non fa che aumentare la confusione in una vicenda con già numerosi punti d’ombra e non rende sicuramente giustizia a chi è vittima di aggressione». (p.p.)

I commenti dei lettori