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Duino, finisce la guerra dei rifiuti: patto storico con la Burgo

Comune di Duino Aurisina e spa risolvono il contenzioso sulla Tarsu: la Cartiera pagherà 275mila euro

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La Burgo 

DUINO AURISINA. L’accordo c’è e vale 275mila euro. È questa la somma che la Burgo, proprietaria della cartiera di San Giovanni di Duino, pagherà al Comune di Duino Aurisina per chiudere, con una transazione, una vertenza fiscale che si trascina dal 2006 e che è relativa alla Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La somma è il frutto di un accordo il cui testo è già stato discusso e definito in via informale dalle due parti e approvato dalla giunta guidata dal sindaco Vladimir Kukanja.

Non ci sono perciò dubbi: la Burgo, con la firma definitiva e il pagamento che dovrà avvenire entro 30 giorni dalla sottoscrizione del documento, non dovrà più nulla al Comune di Duino Aurisina, per quanto concerne la Tarsu relativa al periodo dal 2006 al 2014. Da parte sua l’amministrazione potrà considerare chiusa una vertenza che, come spiega l’assessore alle Finanze Lorenzo Corigliano, «altrimenti rischiava di trascinarsi ancora per chissà ancora quanto tempo con una spesa certa per noi, perché gli avvocati bisogna pagarli, e con un esito che invece non può mai essere certo». Per il Comune, inoltre, l’incasso si tradurrà in un’immediata e straordinaria entrata di cassa «che potremo utilizzare subito per spese urgenti, a cominciare da interventi a favore dall’edilizia scolastica. Li definiremo in una prossima riunione di giunta».

La vertenza era iniziata nel 2006 quando a guidare il Comune di Duino Aurisina c’era il sindaco Giorgio Ret a capo di una maggioranza di centrodestra. L’amministrazione presumeva potessero essere sottoposti alla Tarsu alcuni magazzini dello stabilimento che contenevano materie prime e prodotti finiti. La Burgo si oppose subito ma, davanti alla Commissione tributaria provinciale, vinse il Comune.

La Burgo fece allora ricorso davanti alla Commissione tributaria regionale, il secondo grado di giudizio, che diede ragione anche se solo in parte alla spa, dichiarando che 27.000 dei 28.827 metri quadrati che il Comune voleva tassare non erano assoggettabili all’imposizione. Il Comune ricorse allora alla Cassazione, arrivando al terzo grado di giurisdizione, che confermò la sentenza emessa dalla Commissione regionale in secondo grado, riconoscendo le ragioni della Burgo. La vertenza, però, si rinnovò ogni anno nei medesimi termini fino al 2014: da una parte il Comune emetteva i bollettini Tarsu, dall’altra la Burgo resisteva. Fino all’accordo.

«Dopo quella relativa al 2006 - spiega Corigliano - non siamo mai arrivati ad altre sentenze definitive». Con il concreto rischio che le parti fossero costrette, per anni, a fronteggiarsi nei diversi gradi di giurisdizione, con esborsi per spese legali e senza la certezza di una conclusione. «Davanti a questa prospettiva - riprende l’assessore comunale alle Finanze - dopo una serie di contatti, siamo arrivato alla decisione di sottoscrivere una transazione in via bonaria».

Con il versamento da parte della Burgo group della somma di 275mila euro, le parti non avranno più alcunché da pretendere l’una dall’altra. Nove anni di contenzioso risolti con un bonifico bancario e con reciproca soddisfazione. La transazione, oltre a risolvere la lunghissima vertenza, pone anche precise basi per evitare conflitti in futuro, almeno per quanto concerne la Tarsu.

Nell’ultima parte del documento, la Burgo si impegna a riconoscere come assoggettabili al tributo i magazzini che contengono la materia prima e il prodotto finito, promettendo perciò che da quest’anno pagherà la Tarsu su tali superfici. Il Comune da parte sua concede l’esclusione dal computo del deposito per Caolino e riduce dal 4,4 all’1,25 il coefficiente per il calcolo dell’ammontare della Tarsu sulle parti che invece resteranno soggette all’imposta.

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