VILLESSE. Per i sindacati l’adesione è stata davvero massiccia. A sentire Elisa Miani della Fisascat-Cisl l’80% dei dipendenti di Ikea Villesse ha incrociato le braccia nella giornata di ieri. Sergio Valcovich della Filcams-Cgil e Marisa Furlan della segreteria territoriale della UilTucs di Gorizia parlano di un’adesione largamente superiore al 50 per cento. «Un successo pieno», sono tutti d’accordo.
E Ikea, che dice? Risponde con un comunicato diffuso a livello nazionale visto che lo sciopero ha interessato tutti i megastore del colosso svedese sparsi in Italia, nessuno escluso. «Oggi tutti i punti vendita hanno aperto regolarmente. In buona parte dei negozi l’adesione allo sciopero è stata scarsa o nulla». È quanto si legge in una nota di Ikea, diffusa dall’Ansa, in merito alle manifestazioni di ieri: «Ikea si augura ora che il dialogo con le parti sociali possa ripartire sui binari della trattativa, a cui non siamo mai venuti meno, e di un confronto improntato a rispetto e correttezza», si legge ancora nel comunicato.
Guerra di numeri a parte, a Villesse la manifestazione è stata baciata dal successo. «Le lavoratrici e i lavoratori Ikea co-workers che contribuiscono a fare di questa azienda uno dei leder mondiali dei mobili e accessori low cost, sono quasi tutti part-time - ricorda Marisa Furlan della UilTucs - e per avere un salario decente lavorano la domenica e i giorni festivi, sacrificando spesso la vita familiare e sociale, con una iperflessibilità, funzionale al profitto dell’azienda, a fronte di un salario precario alla quale ora l’azienda vuole fare dei tagli continuando a lavorare la domenica e festivi e aumentando ancora la flessibilità con una nuova organizzazione del lavoro a fronte di una paga inferiore, mentre i vertici mondiali di Ikea si arricchiscono chiedono, nel contempo, ai lavoratori di impoverirsi».
I lavoratori di Ikea hanno già scioperato nello scorso mese di giugno in tutti e 21 punti vendita italiani per mandare forte e chiaro un messaggio all’azienda: ieri, di fronte a una posizione aziendale considerata dai sindacati «del tutto inaccettabile», hanno deciso di scioperare ancora in difesa del proprio contratto integrativo e dei propri diritti.
«Chiediamo all’azienda di rivedere le proprie posizioni», fanno eco le segreterie provinciale della Filcams-Cgil e della Fisascat-Cisl.
Anche l’assessore provinciale al Lavoro Ilaria Cecot dice la sua. «A Ikea lancio questo messaggio forte: le politiche espansionistiche non si fanno attingendo dalle buste paga dei propri dipendenti. Se si vogliono fare investimenti, questi non fanno fatti mettendo le mani nelle tasche di chi lavora!»
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