ZAGABRIA. La decisione definitiva sul confine marittimo nel nord Adriatico tra la Slovenia e la Croazia, oggetto da 25 anni di una lunga e infuocata controversia tra le due ex repubbliche jugoslave, sarà resa nota a metà dicembre. Lo ha annunciato ieri la Corte per l'arbitrato ad hoc, composta da cinque giudici internazionali, formata tre anni fa in base a un accordo tra Lubiana e Zagabria dopo il voto favorevole a un referendum dell'elettorato sloveno. «La decisione dell'arbitraggio sarà vincolante e rappresenterà la soluzione finale della disputa», ha spiegato ieri stesso in un comunicato la Corte permanente di arbitrato con sede all'Aia.
La disputa riguarda la delimitazione del confine nel Golfo di Pirano, dalla quale però dipende se la Slovenia avrà o meno l'accesso diretto delle sue acque territoriali al mare aperto, e di conseguenza lo status di Paese marittimo. La Croazia sostiene che la Slovenia non può avere diritto a più della metà del Golfo e che le leggi internazionali garantiscono comunque alla Slovenia il libero e indisturbato accesso alle sue coste tramite le acque croate o italiane.
Nel dicembre del 2008, in un momento molto importante e delicato delle trattative di adesione della Croazia alla Ue, Lubiana mise il suo veto al proseguimento del negoziato europeo di Zagabria, insistendo che prima si dovesse arrivare a un compromesso sul confine. Dopo una serie di mediazioni fallite, che fermarono il cammino della Croazia verso l'Ue per quasi un anno, i due governi raggiunsero l'accordo di risolvere la disputa davanti mediante un arbitrato internazionale.
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