Trieste, restyling di Sant’Antonio Dalla Regione 500mila euro
Finanziamento inserito dalla giunta Serracchiani nell’assestamento di bilancio La presidente: «Intervento doveroso». Il forzista Marini: «È stata di parola»

L’operazione Sant’Antonio riesce a Bruno Marini che strappa alla Regione, con la benedizione di Debora Serracchiani, un assegno da 500mila euro per ristrutturare la storica chiesa del centro cittadino. Un colpaccio per il consigliere di Fi, anzi un miracolo, in tempi di magra. I soldi serviranno per rifare la facciata posteriore, quella che dà su via delle Torri, che ancora mancava.
La somma è stata stanziata nell’assestamento di bilancio regionale, all’articolo 4 comma 8. «L’amministrazione – si legge a pagina 12, è autorizzata a concedere un contributo straordinario di 500mila euro al Comune (proprietario, ndr) per il completamento dei lavori di messa in sicurezza e sistemazione delle facciate della chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, secondo lotto». La domanda per il contributo andrà presentata alla Direzione infrastrutture della Regione.
È servito il placet della presidente Serracchiani. «Beh - commenta soddisfatto il berlusconiano Marini - va dato atto alla governatrice di aver mantenuto l’impegno». Era dicembre dello scorso anno quando la vicesegretaria del Partito democratico, davanti a un emendamento del consigliere (l’ennesimo nelle ultime finanziarie), aveva deciso di verificare di persona lo stato in cui si trova la facciata posteriore. Il resto era già stato ristrutturato negli anni scorsi, grazie a un finanziamento del 2008 (governo Tondo), ma che era bastato solo per gli altri lati dell’edificio. Quello di via delle Torri era quindi rimasto fatiscente. Serracchiani aveva pure scattato alcune foto, per spiegare ai colleghi in aula che in effetti il forzista dell'opposizione aveva ragione: i lavori lì andavano fatti.
La sorpresa ora arriva proprio nei giorni di polemica sui 9 milioni di euro calcolati dalla Curia per sistemare a dovere le chiese della città. Per Sant’Antonio, stando alle cifre della diocesi, servirebbero 890mila euro. Ma si attende anche uno sforzo da parte del Comune.
I 500mila concessi da Serracchiani sono comunque una bella fetta con cui partire. «La presidente - osserva Marini - ha dimostrato di essere un politico che mantiene la parola data. Per una personalità di livello nazionale, che ha altre preoccupazioni, non è cosa di poco conto. Sono contento che dopo una lunga battaglia, intrapresa insieme a Dipiazza che aveva firmato gli emendamenti con me, è stato possibile ottenere il risultato. Perché è un intervento importante che ha un valore non solo religioso ma anche per l’immagine turistica di Trieste. Quel degrado - conclude - è intollerabile».
Serracchiani conferma l’importanza della chiesa per la città: «Uno dei punti di riferimento, morali e architettonici, del capoluogo. Le sue condizioni di sicurezza e il suo decoro non possono che stare a cuore alla Regione. Io stessa, quando ho avuto l’occasione di esaminare da vicino l’edificio, ho pensato che un intervento era doveroso. Le risorse non sono più quelle di una volta, e spesso bisogna fare scelte che a volte si preferirebbe non dover fare. In questo caso - osserva la governatrice - ci ha guidato una valutazione del valore monumentale e simbolico. Sarò contenta in modo particolare se attorno al restauro della chiesa si potrà costruire anche un clima politicamente più sereno. Ma in ogni caso quel che conta è restituirla appieno ai triestini e ai fedeli tutti».
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