Sotto i mille euro un pensionato su tre
Pubblicato il bilancio sociale 2014 dell’Inps. Le donne incassano assegni del 36% più bassi rispetto a quelli degli uomini

TRIESTE. Un pensionato su tre in Fvg (123.568 su un totale di 367.221) percepisce una pensione inferiore ai mille euro mensili. E di questi ben 81mila, per il 90% donne, incassano la minima di 460 euro. Sono invece il 44% del totale i pensionati che ricevono una pensione inclusa tra i mille e i duemila euro e il 22% quelli che percepiscono più di duemila euro al mese. Anche nelle pensioni, la disparità di genere si fa sentire, soprattutto nel privato: le donne ricevono principalmente pensioni di reversibilità (circa per il 90% nella gestione privata), mentre hanno diritto solo al 46% di quelle di vecchiaia/anzianità. Considerando solo quest'ultime, le donne percepiscono comunque un importo inferiore del 36% rispetto alla media, perché calcolato sulla base di basse anzianità e retribuzioni.
In media poi i pensionati della nostra regione sono leggermente più anziani rispetto al resto d’Italia (75,8 anni contro una media nazionale di 75,3) e ricevono un importo mensile di 904,91 euro (contro i 930,16 euro della media italiana), come conseguenza di un elevato numero di pensioni in regime di convenzione internazionale (l’11%) a causa della posizione di confine della regione. Sono alcuni dei dati che emergono dal Bilancio sociale 2014 dell’Inps regionale, presentato ieri a Trieste dal direttore regionale Rocco Lauria, alla presenza, tra gli altri, del prefetto Francesca Adelaide Garufi e dell’assessore Francesco Peroni. Un bilancio caratterizzato da dati di segno negativo sotto molteplici punti di vista, che fotografano da un lato gli effetti della riforma Fornero e dall'altro quelli di una crisi che nel 2014 ha continuato a picchiare duro e di un andamento demografico che vede un invecchiamento progressivo e costante della popolazione.
Nel 2014 l'Inps regionale ha erogato circa 500mila pensioni (-3% nel biennio) tra previdenziali e assistenziali, per un importo di oltre 6,3 miliardi di euro. Sono calate le nuove pensioni liquidate (-9% rispetto all'anno scorso e -29% nell'ultimo quinquennio), così come gli importi mensili medi, come conseguenza del passaggio al sistema contributivo, che sta prendendo piede. L'innalzamento dei requisiti per andare in pensione determinato dalla riforma Fornero ha comportato un calo delle domande, diminuite del 38% nell'ultimo biennio per le pensioni di vecchiaia pervenute nel 2014 e del 25% per le richieste di pensione anticipata. Aumentano invece le domande di pensione in regime di totalizzazione, ovvero quelle che sommano le contribuzioni versate in più casse pensionistiche: sono la conseguenza di una carriera previdenziale dei lavoratori sempre più varia e discontinua. Cala dell'1,5% anche il numero di pensionati in Fvg che, scesi a 367.221 unità, rappresentano circa il 30% della popolazione residente, con un picco del 33% in provincia di Trieste.
Fotografa gli effetti della crisi il dato relativo al numero di aziende con dipendenti attive in regione, che passano da 34.344 del 2013 a 32.703 del 2014, con una flessione su base regionale del 5%. È diminuito dell'1,5% il numero di lavoratori iscritti alle gestioni Inps, in particolare tra i lavoratori delle imprese private non agricole (-1,3%), dato che sale al 3,8% considerando l'ultimo triennio. Nello stesso periodo la riduzione ha colpito di più i dipendenti a tempo determinato (-7%), mentre sono aumentati del 130% il numero di lavoratori stagionali. Riduzione marcata anche del numero di artigiani (-4,4%) e degli agricoltori autonomi (-3,1%). Si conferma il trend decrescente per i lavoratori parasubordinati, mentre è aumentato il ricorso al lavoro occasionale accessorio retribuito con i voucher, un +38% che è effetto da un lato della riforma Fornero dall'altro di un mercato del lavoro che ricorre sempre più spesso a questo strumento.
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