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I professionisti in campo per “risvegliare” Trieste

Gli Ordini e i Collegi lanciano una “Carta” per una strategia di sviluppo della città «Sono stati fatti passi avanti ma sotto diversi aspetti siamo ancora fermi al 2011»

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Cita come esempio le bonifiche “fantasma” e spiega che «sotto diversi aspetti siamo ancora fermi al 2011». Il Tavolo delle professioni rilancia, almeno ci prova, annunciando una “Una carta per una strategia di Trieste” e invitando di fatto la città a... svegliarsi.

Lo fa dopo cinque anni di confronto con i rappresentanti delle istituzioni e con gli stakeholders del territorio. Il Tavolo nasce nel 2010 quando presenta un documento agli allora candidati alle elezioni amministrative per la Provincia e il Comune di Trieste che, una volta eletti, si sarebbero impegnati ad operare per portarne avanti le priorità indicate, accettando forme di monitoraggio e periodiche pubblicazioni di report sull’attività di governo. Firmatari dell’iniziativa gli Ordini e i Collegi professionali tra i quali, per citarne alcuni ingeneri, medici chirurghi e odontoiatri, psicologi, geologi, geometri, farmacisti.

Ebbene, adesso, il Tavolo torna in campo presentando il convegno “Una Carta per una strategia di Trieste” che si terrà mercoledì, dalle 14.30, alla Sala Oceania della Stazione marittima. Interverranno il rettore dell’ateneo Maurizio Fermeglia, il fondatore e presidente di Tbs Group spa Diego Bravar, il commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Trieste Zeno D'Agostino, il presidente di Trieste Marine Terminal spa Fabrizio Zerbini e l’assessore regionale alle Infrastrutture Maria Grazia Santoro, con l’intervento conclusivo del sindaco Roberto Cosolini. Modererà il giornalista Beniamino Pagliaro autore del libro “Trieste, la Bella Addormentata”. Una città che deve ancora svegliarsi pare proprio lo slogan condiviso dal Tavolo delle professioni che, spiega il presidente dell’Ordine degli ingegneri Salvatore Noè, «si è posto come pungolo e sprone nei confronti dell’azione di governo del territorio. L’obiettivo oggi è ancora più ambizioso: individuare una “Carta per una strategia per Trieste” che permetta al territorio di essere un elemento attrattore di attività, recuperando il ruolo di capoluogo regionale e di riferimento per la stessa regione».

Il presidente dell’Ordine dei Medici Claudio Pandullo dichiara che «Trieste continua ad essere impantanata in qualcosa che pare irrisolvibile. Finalmente abbiamo avuto la possibilità di accesso al Porto Vecchio ma rimane da vedere come verrà gestito. Ciò che ancora si registra è la mancanza di una visione corale di tutte le forze politiche e sociali per ottenere ciò che in altre città della nostra stessa regione è possibile».

Nessun endorsement sull’ipotesi di un secondo mandato del sindaco Cosolini da parte degli Ordini il cui punto di vista vuole rimanere prettamente tecnico e svincolato dalla prossima campagna elettorale. Posto che c’è stata una buona rispondenza da parte delle istituzioni, quanto secondo il Tavolo delle professioni è stato realizzato dalla giunta comunale? Il tavolo registra il cambio di passo sulla questione epocale del Porto Vecchio anche se aspetta di vedere in quale direzione si andrà avanti e prende inoltre atto che il piano regolatore del Comune è stato adottato ma non ancora approvato.

Commenta l’ingegner Giulio Gregori: «Sotto diversi aspetti siamo ancora fermi alla situazione del 2011, ad ottobre pubblicheremo l’ultimo report, tirando le somme di ciò che è avvenuto e ciò che invece resta ancora da fare, come ad esempio la problematica ultradecennale del Sito inquinato di interesse nazionale in relazione allo sviluppo del comparto produttivo, rimasta pressoché ferma». Insomma, è ancora da raggiungere il riuso dei terreni ai fini produttivi. Lo scorso maggio il presidente dell’Ente zona industriale Stefano Zuban ha dichiarato che «grazie a un protocollo tra Arpa e ministero dell’Ambiente le procedure di caratterizzazione dei terreni compresi nel Sin ripartiranno a giugno ed entro sei mesi presumibilmente un altro 30% di quelli che fanno parte dell’Ezit potranno essere restituiti agli usi legittimi». Una delle funzioni del tavolo è proprio quella di monitorare ciò che viene realizzato, «perciò vedremo».

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