Il silenzio di Serracchiani sul Cosolini-bis
La governatrice non si esprime mentre il Pd provinciale formalizza la ricandidatura. Russo e Rosato: «Nessun dubbio»

Sono passati più di quattro anni e più di due anni da quando Roberto Cosolini prese in braccio Debora Serracchiani. La prima volta fu all’Ausonia il 31 maggio 2011 quando Cosolini conquistò Trieste. La seconda volta fu in piazza Oberdan il 22 aprile 2013 quando l’europarlamentare e segretaria regionale del Pd vinse di un soffio le elezioni regionali su Renzo Tondo. Era franceschiniana la prima volta e bersaniana la seconda prima di diventare renziana di ferro come del resto il sindaco di Trieste. Una conversione che le ha permesso di scalare il Partito democratico fino a diventare la vicesegretaria di Matteo Renzi. Ma il palazzo della Regione, in piazza Unità d’Italia, lo conquistò grazie ai voti del Pd triestino e del sindaco che governava la città già da due anni.
Roberto l’ha presa in braccio due volte. Debora si è bene guardata dal fare altrettanto, per ovvi motivi. La politica non conosce la gratitudine. E anche ora che il sindaco è caccia di un secondo mandato la governatrice tace. O peggio, lascia trapelare sui giornali, dopo i nefasti ballottaggi di domenica, che Cosolini (alla pari del sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti) non gode più del suo sostegno che non è mai incondizionato. E si guarda bene dallo smentire le indiscrezioni a mezzo stampa. Debora tace sulle ricandidature per il 2016, ma non acconsente. Si dice che per Trieste avrebbe già sondato Mitja Gialuz, giurista e velista alla guida della Barcolana. Si dice anche che lui avrebbe declinato l’invito mai arrivato. Vero o falso? La cosa certa è che l’annuncio della ricandidatura di Cosolini, che doveva arrivare prima delle elezioni, non c’è mai stato. L’investitura della governatrice era annunciata per il 14 maggio, giorno del 59.mo compleanno del primo cittadino di Trieste. Ma il regalo non è mai stato recapitato. E Cosolini si è dovuto accontentare delle gioie offerte dal basket triestino.
Il silenzio della governatrice è totale e imbarazza il Pd triestini che giovedì sera, a Opicina, si è spinto fino a formalizzare all’unanimità la ricandidatura di Cosolini già ribadita più volte e in più occasioni. Le primarie del resto sono passate ormai di moda. «Non c’è alcun dubbio sulla ricandidatura di Cosolini. È il candidato naturale e giusto» assicura il segretario provinciale Nerio Nesladek. La ricandidatura che ha già ricevuto l’avvallo di una parte di Sel oltre che delle liste civiche. Ma Debora non parla. La Serracchiani resta muta. Una sfinge. La segretaria regionale del Pd, la triestina Antonella Grim, che è un po’ la portavoce della governatrice, non dice molto di più: «Rispetto alle ricandidature 2016 come segreteria regionale non abbiamo ancora affrontato l’argomento. Lo stanno facendo i territori, sia a Trieste che a Pordenone. È chiaro che consideriamo la continuità un valore» si limita a dire l’assessore all’Educazione della giunta Cosolini. Tutto qua. E sul fatto che il sindaco non goda più della fiducia della governatrice? «Lo escludo in maniera più assoluta», assicura la Grim. Ma solo perchè l’argomento «non è mai stato affrontato con Debora Serrachiani». Non proprio rassicurante per il sindaco. Detto poi da un suo assessore...
Meno male che da Montecitorio arrivano rassicurazioni pesanti. Il deputato Ettore Rosato, appena eletto capogruppo del Pd alla Camera dei deputati, non ha dubbi di sorta: «La candidatura del sindaco Cosolini non è in discussione. Sta facendo bene il sindaco. Non esiste nessun motivo per non confermare la scelta del pieno sostegno del Pd su di lui». E anche il senatore, Francesco Russo, mette la firma sulla ricandidatura di Cosolini: «Non si è mai visto cambiare un sindaco che ha fatto bene in cinque anni di crisi. Non vedo alternative possibili in questo momento. Non ho mai sentito Debora mettere in discussione questa cosa». Ma neppure pronunciarsi per il Cosolini-bis. Se è per questo...
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori