Staranzano prende 50 alberi ma rimangono in magazzino
M5S contro la gestione del verde. Ritossa alimenta la polemica sul “bobolar di cartone” Il vicesindaco Boscarol: «Il caldo impedisce la piantumazione, è necessario aspettare»

STARANZANO. È di nuovo polemica con le opposizioni per l’assenza di un “Piano del verde pubblico” a Staranzano. Alberi tagliati non più sostituiti, 50 alberelli annunciati del Comune a gennaio e mai visti. Questi ultimi ordinati per compensare gli abbattimenti delle 24 piante (la maggior parte già eliminate) e per ottemperare alla legge vigente di prevedere nuove piantumazioni per ogni nato (nel 2014 ci sono state 49 nascite). Una norma in ogni caso valida nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti.
Le ultime recisioni in ordine di tempo, riguardano una decina di alberi più che trentennali (quasi tutti pini marittimi) abbattuti tra le via Battisti e Firenze e nel giardino di piazza Risiera San Sabba. «In alcuni casi – sottolinea Daniele Deiuri del Movimento 5 Stelle – si è tagliato più di quello che serviva, anche perché manca una strategia generale. Inoltre chiediamo un ampliamento del verde e una collocazione “on line” di dove e quando vengono abbattute le piante spiegandone anche i motivi». Insomma, i “grillini” sostengono che si naviga a vista considerando che l’abbattimento si basa solo sul fatto che sono dislocati sul ciglio stradale e considerati pericolosi per la viabilità.
Il consigliere Deiuri vorrebbe anche vincolare la giunta comunale alla legge nazionale prevedendo, oltre alla piantumazione, un vero e proprio bilancio del verde e istituendo un’apposita sezione sul sito istituzionale del Comune dove attingere informazioni.
E in questo quadro è sempre viva la polemica del centrodestra fra Adriano Ritossa con l’ex assessore all’Ambiente Matteo Negrari. L’esponente di Alternativa per Staranzano sostiene che nella passata amministrazione non aveva mantenuto la promessa fatta. E cioè quella dopo il taglio dell’altro albero “bobolar” (di circa 70 anni), in centro del paese nel vicolo “Cau de qua”, perché malato. Negrari aveva dichiarato di non voler lasciare la zona sguarnita di verde. Ma dal 2012 non è stato piantato ancora niente. Ancora oggi, in quella piccola aiuola pubblica, c’è la sagoma di un albero di cartone per indicare che in quel posto una volta c’era una pianta.
Ma davanti a questi attacchi respinge le accuse la vicesindaco con delega all’Ambiente, Erica Boscarol, sostenendo che gli alberi vengono eliminati solo quando sono vecchi, malati o costituiscono un pericolo perché instabili o perché danneggiano il manto stradale, come succede con i pini marittimi sui cigli. Capita a volte di intervenire anche per piante messe nelle aree pubbliche da privati cittadini i quali, seppur animati da buone intenzioni, nel tempo crescendo, diventano difficili da gestire.
Inoltre, il Comune vuole tranquillizzare sulle piante ordinate da sostituire a quelle tagliate e lasciare una traccia visibile per queste creature appena venute al mondo. Gli alberelli sono arrivati, ma attualmente ferme nel magazzino comunale perché con il caldo torrido di questo periodo, una volta piantate avrebbero difficoltà nell’attaccare le proprie radici. Verranno messe a dimora in autunno con una temperatura più mite, poichè le piante tendono a rallentare i ritmi di crescita.
Gli alberelli di circa due anni di vita ordinati dal Comune al vivaio regionale di Tarcento, sono 45 carpini, 4 frassini e 1 quercia che faranno parte del patrimonio arboreo del territorio di Staranzano. Tutti tipi di piante che già dal Medioevo erano presenti nella zona, quando vigeva il bosco planiziale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori