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Beni della mafia sequestrati a Palmanova

Nel mirino dei giudici le quote della Zenith Industries srl. Dalle intercettazioni scoperte le finalità illecite

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PALMANOVA. Il clan dei Carcagnusi di Santo Mazzei fa affari anche in Friuli. L’ennesima conferma della presenza in regione di interessi e infiltrazioni mafiose è arrivata ieri, con il sequestro a Palmanova delle quote della “Zenith Industries srl”, una delle 13 società che la famiglia siciliana controlla sull’isola e in terraferma attraverso Francesco Ivano Cerbo, uno dei suoi uomini di fiducia. E, proprio in virtù dei suoi legami con il clan, tra gli arrestati nell’aprile del 2014 nell’ambito dell’inchiesta “Scarface”.

Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di finanza, su ordine della Sezione misure di prevenzione di Catania, che lo scorso 7 maggio aveva accolto la richiesta di misura avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia ai fini dell’eventuale confisca di beni. Cerbo, nei confronti del quale è già stato disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di appartanere ad associazione a delinquere di stampo mafioso, è considerato persona «socialmente pericolosa». Secondo gli investigatori catanesi, sarebbe l’intestatario fittizio di proprietà riconducibili al clan, tutte «illecitamente accumulate», e il curatore delle relative attività economiche. Il valore complessivo dei beni finiti sotto sequestro ammonta a circa 27 milioni di euro. Oltre alle società, del patrimonio fanno parte anche 28 immobili - da Roma a Catania - due auto, e un lungo elenco di titoli e conti correnti bancari e postali. Nel caso della società di Palmanova, il nome di Cerbo resta sullo sfondo. Si sa che le quote sono riconducibili per metà a lui e per l’altra metà a suo figlio William Alfonso, a sua volta indicato quale «uomo d’affari per conto dei Carcagnusi», ma gli intestatari sulla carta risultano essere altri: Cirino Antonio D’Asserio, 45 anni, di Livorno Ferraris (Vercelli), per il 5 per cento (pari a 5.950 euro), e la “Agricola Reatina spa”, per il restante 90 per cento (pari a 113.050 euro).

C’è un “però”. La Zenith, che ha sede in via Ontagnano 1, è attualmente sottoposta a procedura fallimentare. Il provvedimento del tribunale di Udine è stato emesso l’11 settembre 2014 e il professionista nominato per l’incarico di curatore è Giuliano Bianco. Nei confronti della stessa società, inoltre, il 25 marzo 2014 il gip del tribunale di Catania aveva già disposto il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale, pari a 119mila euro, nell’ambito di un procedimento penale avviato nel 2012, nominando l’avvocato Francesco Carpinato, del foro di Catania, custode amministratore. Prima di fallire, la Zenith, di cui D’Assero è amministratore unico dal febbraio del 2011, si occupava di servizi di esecuzione di lastre da stampa. «Le conversazioni intercettate – osservano i giudici catanesi – indicano il ruolo e le finalità illecite, in relazione a ciascuna delle società o ditte nella titolarità di Cerbo». Compresa quella friulana, dunque.

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