Forza Italia invoca chiarezza. La Lega Nord pure: chiede di procedere con gli accertamenti, individuare eventuali responsabili, ma facendo attenzione «a non ledere l’immagine dell’istituto». Dopo le dichiarazioni del Partito democratico, che nei giorni scorsi aveva sollecitato una «massima trasparenza da parte delle autorità competenti e anche dei mezzi d’informazione», pure il centrodestra si fa sentire sulla vicenda dei tumori sospetti al Burlo Garofolo. Tanto più che ora pure la Procura, da quanto risulta, potrebbe essere presto investita del caso. «Si tratta senza dubbio di una situazione che, vista l’incidenza delle patologie, esige quanto prima un pronunciamento di verità – rileva la coordinatrice berlusconiana Sandra Savino – e in questo senso credo che le indagini intraprese dalla Regione, ed eventualmente anche dalla Procura, possano fornire una risposta ai quesiti generati dalla presenza di questo irradiatore di sangue». O altre cause possibili, se emergeranno. Savino sposta l’accento sulla necessità di garantire, nei luoghi di lavoro, la massima sicurezza per gli operatori. «Un diritto sul quale non ci possono essere segnali di arretramento», afferma la parlamentare di Forza Italia. «Un diritto la cui osservanza connota il livello di civiltà di un Paese. Adesso però bisogna attendere l’esito dei rilievi tecnici – rimarca ancora – anche perché non si può sottovalutare il dato che tutti gli esami compiuti finora all’apparecchio non sembrano aver registrato malfunzionamenti tali da aver generato una fuga di radiazioni». D’accordo il leghista Massimiliano Fedriga: «Penso che fare chiarezza per garantire la salute delle persone e accertare eventuali responsabilità, attraverso gli approfondimenti avviati dalla Regione, sia l’impegno più corretto. È giusto però procedere con una certa cautela – sottolinea il segretario regionale e parlamentare del Carroccio – perché non vorrei che, una volta appurato tutto, alla fine si vada a minare l’immagine di un istituto così importante e riconosciuto in tutta Italia come il Burlo di Trieste». (g.s.)
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