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Storia di Andrea, emigrato a Rovereto

Il ricercatore goriziano, 34 anni, paleontologo costretto a girare mezza Europa prima di sistemarsi

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Spesso il cuore direbbe di restare, ma la testa suggerisce invece di partire. Specialmente se la testa, intesa in questo caso come le tue capacità e le tue aspirazioni, non trova qui spazio e modo per essere appagata. Sono davvero tanti i giovani goriziani che, inseguendo sogni e opportunità lavorative, hanno scelto di lasciare la loro città natale, e tra questi c'è anche un ricercatore che, nel suo campo, ha saputo diventare uno dei più apprezzati a livello internazionale. Si tratta di Andrea Baucon, 34enne paleontologo goriziano che dopo anni in giro per l'Europa e l'Italia al momento si è accasato a Rovereto, in Trentino. Anche se il legame con la sua terra, e perlomeno con la sua regione, non si è mai spezzato.

«Attualmente sto lavorando ad un progetto per la realizzazione di una mostra multimediale sul patrimonio geologico dell'area di passo Pramollo, che verrà inaugurata a Pontebba nelle prossime settimane – racconta Baucon, che ha riportato da queste parti il know-how sullo sviluppo di installazioni multimediali acquisito nella sua esperienza al geoparco Unesco Naturtejo in Portogallo -, e sarà un bel modo per promuovere alcuni gioielli del nostro territorio. Poter lavorare su qualcosa che ha a che fare con la mia regione, seppur a distanza, mi fa estremamente piacere, e spero di poter continuare anche in futuro».

Dopo essersi laureato all'Università di Trieste, Andrea Baucon ha conseguito un dottorato a Milano, vissuto in Portogallo e successivamente a Piacenza, maturando significative esperienze di ricerca in giro per il mondo e vantando già diverse pubblicazioni su alcune delle riviste scientifiche più importanti nel panorama internazionale, meritandosi peraltro una menzione addirittura sulla prestigiosissima “Nature”. Tutto questo, però, per un giovane ricercatore non basta per essere profeta, figuriamoci in patria.

«Oggi in Italia è difficilissimo vivere di ricerca, o trovare lavoro in genere – dice Baucon -, e personalmente conosco tanti ragazzi, di Gorizia e non solo, che hanno dovuto fare le valige e cercare fortuna altrove. Io amo la mia terra, che offrirebbe anche tantissimi spunti di studio e ricerca: a mancare però sono i finanziamenti”. E di soli sogni, ambizioni e cultura, come si suol dire, non si può vivere. Così Andrea, come tanti altri suoi concittadini, porta le sue conoscenze altrove e si accontenta di portare in alto il nome della città. In attesa chissà, un giorno, di tornare.

Marco Bisiach

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