Siap sull’orlo della chiusura
Oggi sarà ufficializzata la decisione, piano di salvataggio per i 70 lavoratori: a Maniago o Campodarsego

La Siap (gruppo Carraro) è sull’orlo della chiusura. Nel pomeriggio di ieri si sono diffuse voci incontrollate che lasciano ben pochi spazi all’ottimismo ma che trovano ampie conferme da fonti che vogliono rimanere riservate.
Quella odierna dovrebbe essere la giornata decisiva: in un incontro convocato a Campodarsego, i vertici del gruppo sarebbero intenzionati a comunicare ufficialmente la chiusura dello stabilimento goriziano. Sarebbe pronto anche un piano di “salvataggio” per la settantina di dipendenti che oggi lavorano in città: verrebbe data loro la prospettiva di continuare a lavorare nell’ambito del gruppo, specificatamente negli stabilimenti di Maniago o di Campodarsego. Una soluzione che comporterebbe problematiche logistiche non di poco conto per operai e dipendenti che risiedono tutti nell’Isontino.
Nei giorni scorsi, si era svolto in municipio un vertice: il sindaco Ettore Romoli e l’assessore provinciale al Lavoro Ilaria Cecot avevano incontrato i rappresentanti sindacali, i quali manifestarono «viva preoccupazione» per la situazione dello stabilimento. Alessandro Contino della Fim Cisl, Livio Menon della Fiom Cgil e Massimo Gualdi e Graziano Scapinello della Rsu illustrarono agli amministratori i motivi che li hanno portati a temere un ridimensionamento dell’attività della Siap.
«Mentre a novembre sembrava che il sito goriziano fosse destinato a svilupparsi ulteriormente con nuovi investimenti e assunzioni - spiegarono i sindacati - nei giorni scorsi ci è stato fatto capire dall’azienda che, a fronte di una perdita di bilancio di 7,9 milioni di euro del gruppo si sta profilando un taglio dei costi fissi che, alla fine, si potrebbe tradurre in tagli al personale. Chiediamo quindi, come già avvenuto in passato un intervento della politica».
L’appello venne subito raccolto dal sindaco e dall’assessore provinciale che annunciarono la volonta di unire le forze per evitare che lo stabilimento di Gorizia potesse subire contraccolpi dalla negativa situazione economica e, come primo atto, fu inviata una richiesta di incontro urgente ai vertici aziendali.
Sul sito web del gruppo Carraro è pubblicato un comunicato stampa in cui si dice che il 2015 si apre con un portafoglio ordini positivo. Confermate, altresì, le cifre che preoccupano non poco i sindacati. Lo riportiamo integralmente: «L’assemblea degli azionisti approva il bilancio 2014: fatturato consolidato a 727,8 mln di euro, -16,5% rispetto al 2013 (871,9 mln €); Ebitda consolidato pari a 38,8 milioni di euro (5,3% sul fatturato), rispetto ai 61,5 milioni di euro (7,1% sul fatturato) del 2013; Ebit consolidato al 31.12.2014 pari a 12,1 milioni di Euro (1,7% sul fatturato) rispetto ai 31,2 milioni di euro (3,6% sul fatturato) del 2013». Ma è il passaggio successivo quello ancor più preoccupante: «Risultato netto negativo per 7,9 milioni di euro (-1,1% sul fatturato) rispetto all’utile di 1,3 milioni di euro (0,2% sul fatturato) del 2013».
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