Il Gioco del rispetto parte in cinque scuole
Neonato Comitato dei genitori contesta i moduli di adesione. Grim: «Attività alternative per chi rifiuta»

Il “Gioco del rispetto” si appresta a partire: cinque scuole hanno concluso il percorso di approvazione del progetto e nei prossimi giorni sapremo quante famiglie hanno aderito. Il Comune ha infatti appena distribuito i moduli per l’autorizzazione ai genitori dei bambini. Una mossa che ha fatto sussultare ancora un po’ il dibattito sull’iniziativa per l’educazione alla parità di genere nelle scuole d’infanzia comunali che qualche tempo fa ha portato l’attenzione di mezzo mondo su Trieste.
A prendere le armi sono stati, ieri in mattinata, i membri del neonato Comitato dei genitori di Trieste: un gruppo fondato da Elena Maffei, Amedeo Rossetto de Scander e Daniela Fiorini che in poco tempo ha raggiunto quasi 500 “like” su Facebook (per quanto bisogni sempre tener conto dello iato fra il supporto da clic e quello effettivo). I genitori sono preoccupati dal carattere «impositivo» del progetto nei confronti delle famiglie. L’assessore comunale all’Educazione, Antonella Grim, rassicura: «Come abbiamo detto tante volte, il progetto sarà rivolto soltanto in presenza dell’esplicita autorizzazione dei genitori. E nel caso in cui non ci sia si faranno attività alternative».
Il comitato conservatore ha emanato ieri in mattinata un comunicato in cui condanna il modulo adottato dal Comune per consentire ai genitori di aderire o meno al progetto: «Il modulo, che così com’è redatto e distribuito neppure offre una possibilità di scelta, è la negazione al diritto all’educazione dei propri figli - scrivono -; viene completamente ribaltato il concetto di libertà di scelta educativa: non dovrebbe essere la scuola che impone i contenuti educativi ed il genitore che autorizza, o vieta, al figlio la condivisione dei contenuti stessi». Il comitato auspicherebbe semmai il contrario: «Casomai in un rapporto che rispetti il ruolo della famiglia la relazione è invertita. Il genitore valuta, sceglie, trasmette al figlio i propri valori ed è la scuola che deve chiedere ai genitori il permesso di svolgere o non svolgere certe attività». L’assessore Grim spiega: «Cinque scuole hanno fatto la riunione con i genitori, distribuito il modulo, convocato il consiglio scolastico e ora attendono le autorizzazioni dei genitori. Ovviamente ogni istituto fornirà attività alternative per tutti i bambini che non prenderanno parte al “Gioco del rispetto”: a seconda del Pof ogni scuola sceglierà quale corso alternativo mettere in campo». Quanto al modulo di autorizzazione, Grim dice: «Rientra nel normale rapporto tra insegnanti e genitori la possibilità di non aderire, è talmente scontato che non servirebbe nemmeno dirlo. Lo ribadisco: il progetto sarà realizzato solo con i bambini che hanno avuto chiara e indiscutibile autorizzazione a partecipare da parte delle famiglie. Nei prossimi giorni ci saranno le riconsegne e sapremo quanti minori in ogni singola scuola hanno preso parte». (g.tom.)
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