Comune al Tar contro il rigassificatore
Ricorso al Tribunale del Lazio. Laureni: «Progetto incompatibile con i traffici portuali. D’Agostino segua il nostro esempio»

L’avvocato Oreste Danese scandisce: «L’atto datato 25 febbraio 2015, trasmesso dal ministero dell’Ambiente, è di natura provvedimentale e, in quanto tale, lesiva delle posizioni delle parti interessate». Il tema è assai scottante e riguarda il rigassificatore di Zaule, secondo il progetto presentato dal gruppo catalano Gas Natural. Il Comune di Trieste ritiene di essere parte lesa e allora, proprio con Oreste Danese, ricorre al Tar del Lazio, impugnando la missiva spedita dal direttore generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali, Renato Grimaldi.
Missiva che richiama il parere n. 1706 del 6 febbraio, nel quale e col quale la commissione tecnica Via-Vas presieduta da Guido Monteforte Specchi, smentiva in sostanza l’incompatibilità tra i programmi dell’Autorità portuale e il transito delle navi gasiere nel canale Sud di accesso allo scalo marittimo triestino.
La questione portuale assume rilevanza argomentativa preponderante nel ricorso che il Comune notificherà tra qualche giorno. Lo ha puntualizzato l’assessore all’Ambiente Umberto Laureni, che ieri mattina, insieme a Danese, ha spiegato i passaggi tecnico-politici dell’aggrovigliata matassa nella quale è avvolto il dossier-rigassificatore.
Tanto per cominciare, il ricorso triestino è distinto da quello presentato dalle amministrazioni di Muggia e San Dorligo. Distinto ma, di fatto, convergente: il giudice amministrativo potrebbe anche decidere i ricorsi in un colpo solo, sia pure con sentenze separate.
Procediamo ora nel merito. La documentazione ministeriale tira a smontare il ragionamento dell’Autorità, eccependo sulla tipologia del naviglio, sulla navigabilità degli accessi portuali, sulla tempistica delle previste realizzazioni infrastrutturali. «Senza peraltro predisporre norme di sicurezza specifiche per le gasiere, alle quali si sarebbe pensato solo a opere terminate», precisa Laureni. Allora il Comune - ritenendo di dover tutelare interessi, sicurezza, vivibilità del territorio - chiede al giudice amministrativo di bloccare le carte ministeriali di febbraio, che hanno inopinatamente riaperto un capitolo considerato chiuso.
«Mi aspetto che l’Autorità portuale - sottolinea Laureni - faccia un passo analogo a quelli finora compiuti dai Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo. In fondo sono i programmi relativi a infrastrutture e traffici del porto a essere messi in discussione». «La posizione contraria della Regione Fvg è stata a più riprese ribadita», aggiunge Laureni: è probabile che, prima di imboccare la via giudiziale, il governatore Serracchiani intenda valutare l’esito della conferenza dei servizi, che sarà convocata a cura del ministero dello Sviluppo Economico. Invece il governo sloveno, con una lettera datata 12 marzo e firmata dal ministro Irena Majcen, ha indirizzato ai colleghi italiani Galletti (Ambiente) e Guidi (Sviluppo economico) un vibrato «rincrescimento» per il consenso ambientale al rigassificatore «senza tener conto della posizione slovena».
Laureni e Danese non escludono che sui comportamenti ministeriali possa aleggiare il timore delle penali domandabili da Gas Natural a fronte di una bocciatura del progetto. Tra danno emergente e lucro cessante le cifre in ballo sarebbero cospicue.
E alla questione rigassificatore si assomma il faldone-gasdotto, stavolta a cura della Snam. «Il ministero dell’Ambiente non ha ancora emesso il Via - ha concluso Laureni - ma la valutazione separata dei due progetti è assolutamente sbagliata».
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