L’infermiere “orco” agli arresti domiciliari
Ai domiciliari. Da ieri mattina Mauro Cosolo, 59 anni, l’insospettabile infermiere del Burlo arrestato un mese fa dai poliziotti della squadra mobile per atti sessuali con minorenni (puniti dal...

Ai domiciliari. Da ieri mattina Mauro Cosolo, 59 anni, l’insospettabile infermiere del Burlo arrestato un mese fa dai poliziotti della squadra mobile per atti sessuali con minorenni (puniti dal codice come violenza sessuale) e detenzione di materiale pornografico, si trova “recluso” nella propria abitazione.
A disporre il trasferimento dal reparto diagnosi e cura dell’ospedale Maggiore, dopo l’ok dei medici, è stato il gip Laura Barresi che ha, di fatto, accolto le richieste dei difensori, gli avvocati Raffaele Leo e Marta Silano indirizzate a un alleggerimento delle condizioni di detenzione. Un atto necessario perché nella perizia del consulente, lo psichiatra Calogero Anzallo nominato fin da subito dal giudice, era stata evidenziato un grave stato di sofferenza che aveva lasciato evidenziare il pericolo di un gesto estremo. Il timore, infatti, era che l’uomo possa mettere in atto un gesto estremo.
Fin dal primo giorno di detenzione al Coroneo i difensori avevano fornito al giudice una copiosa documentazione clinica riguardante le precarie condizioni di salute dell’infermiere. E questa situazione l’aveva convinto a disporre con sollecitudine una perizia in grado di accertare se Cosolo era incompatibile con il regime carcerario. Così ora, dopo la degenza-detenzione all’ospedale Maggiore, l’infermiere è stato appunto trasferito a casa.
Intanto proseguono gli accertamenti degli investigatori coordinati dal pm Pietro Montrone. Accertamenti che si riferiscono al materiale che è stato sequestrato a casa dell’uomo. Si sa che una quarantina di bambine sono già state identificate nel corso delle indagini scattate nello scorso mese di settembre dopo la segnalazione di una mamma che si era insospettita. Ma nella perquisizione effettuata subito dopo l’arresto i poliziotti hanno recuperato oltre 250 video e numerose foto estrapolate dai filmati. Ed è proprio su queste immagini che proseguono le indagini dei poliziotti. Infatti molte mamme e molti papà, pur essendo stati presenti alle visite, non si sono resi minimamente conto di quello che, secondo l’accusa, combinava l’insospettabile infermiere protetto da una tenda. E le bambine, doloranti e spaventate per fratture o lussazioni, non hanno lontanamente capito quello che stava succedendo: e cioé che Cosolo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice Laura Barresi, toccava le parti intime delle pazienti mentre filmava la scena.
Ma le conferme o le smentite, sul piano investigativo, richiedono, da quanto appreso, ancora un certo tempo. Infatti non basta solo l’esame approfondito dei dati dei registri del Burlo per accertare quali bambine sono entrate in contatto con Cosolo ma, ove possibile, tenendo conto che ci sono anche pazienti di due o tre anni, servono le dichiarazioni delle vittime. (c.b.)
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